Editoriali

La follia dei prezzi degli aerei. La protesta

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C’è una compagnia aerea che ha ritirato i suoi voli da e per la Sicilia; un’altra li ha ridotti; conseguenza: le uniche due rimaste decidono arbitrariamente di fare schizzare i costi, vedi caso nel periodo in cui la gente si muove in massa per tornare a casa per le vacanze di Natale. A nulla valgono gli appelli, la lettera del presidente della regione al ministro dei trasporti, di fare scendere i prezzi. Nessuna delle compagnie aeree ha intenzione di perdere questo gigantesco business. Il pensiero va dunque ai tanti studenti che studiano al nord ma anche alle migliaia di inseganti del sud, immessi in ruolo negli ultimi anni, che si giocheranno quasi tutto lo stipendio per tornare a casa e poi ripartire per l’inizio delle lezioni.  Orizzonte scuola fa sapere che sulla questione dei docenti assunti con legge 107/2015 è da poco intervenuto il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, il quale ha spiegato che rispetterà le percentuali concordate tra Miur e sindacati per il contratto vigente sulla mobilità 2019/22. Ma questo è solo un aspetto; rimane grave la situazione di molti che, alla lontananza dalla famiglia, alle spese di affitto, al maggior costo della vita, adesso sono costretti ad affrontare una spesa enorme per acquistare il biglietto aereo. Per molti non rimane che il treno o il pullmann con angoscianti ed estenuanti tratte fatte di interruzioni stradali per quest’ultimi o treni lentissimi a volte anche con 24 ore di viaggio. L’Anief, l’associazione sindacale professionale, in una nota scrive: “mentre gli stipendi rimangono lontani dal costo della vita dopo una vita da precario sempre con lo stesso cedolino, in barba alla Costituzione e alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, adesso è arrivata l’umiliazione; i costi salatissimi per tornare a casa e ritornare a scuola in occasione del prossimo periodo natalizio soprattutto per raggiungere la Sicilia, visto che il costo dei biglietti aerei è aumentato a prezzi stratosferici”. Per Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “è arrivato il momento di favorire il rientro dei docenti ingabbiati, di cancellare il recente vincolo quinquennale introdotto nei trasferimenti e di programmare degli incentivi, agevolazioni, indennità per attrarre e risarcire i lavoratori provenienti dalle altre regioni. Soltanto così si contempera diritto al lavoro, continuità didattica e diritto alla famiglia”. Nell’affrontare questa spinosa questione del caro-prezzi, vengono in mente le numerose campagne elettorali dove tutti i candidati inseriscono nel loro programma le politiche del welfare. Attenzione verso i più deboli, è l’impegno prioritario di chi si candida a gestire la “res pubblica”; in realtà una volta ottenuto il seggio, ci si dimentica totalmente degli impegni presi a favore delle fasce più deboli della società. E se non è debolezza quella di dovere togliere parte dello stipendio per pagare, anche 500 euro,  un biglietto per tornare a casa, cos’è? In tutte le isole d’Europa sono in vigore le cosiddette tratte sociali per i residenti, tranne che per la Sicilia.  Viene spontaneo chiedersi perché tutti i rappresentati politici della nostra terra, di qualsiasi estrazione, non si mettono insieme in maniera compatta per fare sentire forte la loro voce e costringere il monopolio aereo ad abbattere i prezzi? Sarebbe il miracolo di Natale, ma si sa i miracoli li fa solo Dio!

 

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