In Evidenza

Il Brand Sicilia e i pericoli del virus; i dati di CNN Travel

Published

on

L’odierna pubblicazione su CNN Travel, ultima in ordine di apparizione di una serie di articoli internazionali sul fenomeno del Coronavirus in Italia, lascia una punta di amarezza per chi ha seguito con attenzione, e contribuito con grande entusiasmo a costruirla, l’immagine turistica della Sicilia negli ultimi 10 anni.

Un articolo che – sebbene descriva l’attuale situazione – sembra vanificare gli sforzi compiuti in tutti questi anni per diffondere una immagine positiva della Sicilia.

Secondo CNN Travel, che ha dato ampio risalto al tentato saccheggio di un supermercato a Palermo o agli audio wapp in cui un sedicente gruppo (“National Revolution”) stava preparando una sorta di rivoluzione popolare in un noto centro commerciale, la preoccupazione maggiore in Italia sembrerebbe adesso essersi spostata al possibile pericolo sociale al Sud – soprattutto in Sicilia – descritto come una polveriera pronta ad esplodere. Una regione in cui il totale disinteresse verso le regole e il malessere socio-economico potrebbe generare una guerra civile. Alimentata, manco a dirlo, dalla atavica miseria e strumentalizzata (ça va sans dire) dalla criminalità mafiosa che starebbe aspettando al varco tutti quegli imprenditori in crisi di liquidità, che in essa troverebbero una soluzione ai propri problemi di sopravvivenza.

Il Nord devastato dal virus e la polveriera meridionale

Quel Sud che (come ci ricorda l’articolo) costituisce il “quartier generale del crimine organizzato” e dove l’altissima disoccupazione he spinto gran parte della popolazione alla “black economy”. Per intenderci, niente di quanto scritto ci scandalizza. Un copione già visto, roba trita e ritrita. Ma per chi opera nel difficile settore dei viaggi e turismo, e che osserva quotidianamente l’immagine della nostra terra nel mondo, è come un colpo al cuore!

L’immagine della Sicilia, riscattata in maniera spontanea, potrebbe pagare un prezzo alto

La Sicilia, in maniera spontanea e senza alcuna reale strategia promozionale, è riuscita nel giro di una decina di anni a ribaltare la vecchia e stereotipata immagine che l’aveva accompagnata per gran parte della sua storia. Partendo dal basso. Un’immagine positiva costruita grazie alla lotta alla criminalità e alla cultura dei diritti umani, ma anche grazie alle eccellenze del Food & wine, all’intraprendenza di imprenditori agricoli e alle tante personalità del mondo della cultura, della scienza, della moda. Una bella ripulita dovuta al cinema, alla letteratura e ai festival internazionali. A cui andrebbero aggiunti (su livelli diversi), i notevoli sforzi dei tanti operatori del turismo dell’isola che – con risorse proprie e in maniera disarticolata – hanno quotidianamente promosso la regione tra gli addetti ai lavori…sostituendosi regolarmente all’Assessorato al Turismo e a tutti quegli organi istituzionali preposti alla promozione del territorio. Ma che, nella realtà, non hanno mai ottemperato ai proprio scopi.

Tanti elementi di tranquillità, quindi, che hanno convinto le compagnie aeree a volare nell’isola, le catene alberghiere ad investire nell’acquisizione di alcune strutture ricettive e tanti Tour Operators stranieri a programmare la destinazione Sicilia per i propri clienti. Una percezione di sicurezza che ha convinto multinazionali come Google a riconfermare- per quattro anni di fila – l’isola per il proprio meeting annuale con le personalità più ricche e influenti del pianeta. O grandi maison della moda, come D&G, a fare della Trinacria il palcoscenico naturale per le proprie sfilate.

Il rischio

Ma oggi il rischio – per chi si occupa di turismo – è di dovere ripartire  da zero. Ricostruire, dalle macerie economiche causate dal coronavirus, anche quel brand faticosamente costruito negli anni. Sia chiaro, non si intende dare eccessivo peso ad articoli come quello apparso su CNN Travel. Diciamo che la percezione è di natura generale. Consapevoli che, quando questo incubo virale sarà finito, regioni come la Lombardia, il Veneto o la Puglia ripartiranno grazie ad istituzioni lungimiranti e massicci investimenti pubblicitari. Mentre in Sicilia, la strada sarà, inevitabilmente, in salita. Oltre al danno, causato dall’emergenza coronavirus, ci si troverà infatti a fronteggiare la beffa della ricostruzione di un brand. (Ph. cover Francesco Ferla)
Click to comment

In Tendenza

Exit mobile version