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Biagio Conte: “Non vince il virus, Dio è più forte”

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Biagio Conte, fondatore della “Missione Speranza e Carità”, va per le strade e incontra la gente. “Non diffondiamo paura, ma diamo coraggio, tenete aperto il cuore”

Biagio Conte percorre le strade del mondo con la croce addosso

“Non vince il virus, Dio è più forte. E gli uomini insieme sono più forti. Piuttosto, dobbiamo stare attenti al virus più temibile, quello dell’indifferenza, dell’egoismo“. Continua il suo cammino con la croce di legno, tra le strade del capoluogo siciliano, incontrando la gente, il missionario laico Biagio Conte, fondatore della Missione che accoglie e assiste più di un migliaio di persone in difficoltà.

“Non creiamo allarme e panico per chiuderci dentro. Per chiuderci, poi, dove? Dove ci chiudiamo? Non possiamo sbarrare il cuore e, magari, con la scusa del coronavirus, le frontiere”, aggiunge fratel Biagio imbattendosi nei passanti e anche nei microfoni di una emittente locale, Tele One, “Dobbiamo aprirci alla gente. Diffondiamo coraggio, non paura. Non sono i popoli a portare malattie. Apriamo il cuore. Ognuno di noi ha una missione. Lavoriamo insieme”.

Nelle scorse settimane ha percorso a piedi migliaia di chilometri fino a Bruxelles, attraversando città e campagne, lanciando il suo messaggio di speranza e pace e consegnando una lettera al presidente dell’Europarlamento, David Sassoli. Occorre essere coerenti, aveva scritto, “nella pace, nella verità e nella giustizia. Dobbiamo impegnarci per contribuire e rafforzare sempre più l’Unione europea, soprattutto nella solidarietà, nell’ospitalità e nell’accoglienza”.

Si tratta insomma di costruire “una giusta e stabile società” che “non può lasciare indietro i più deboli; è nostro dovere soccorrere chi si trova in difficoltà. Ogni uomo e donna è da rispettare, ha diritto di mangiare, a una casa, a un lavoro, e questo vale per ogni emarginato, emigrante, immigrato, profugo. Se non doniamo dignità e speranza “non potrà mai esserci una giusta e corretta società. Abbiamo tutti il dovere di non alzare barriere né muri”.

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