Editoriali
Come mi sono comportato con i bambini e con i vecchi?
Mi ha molto colpito l’esortazione che ha fatto il santo padre durante la messa quotidiana a Santa Marta, ai parroci, invitandoli a riflettere la sera, quando fanno un esame di coscienza, di ciò che hanno fatto durante la giornata. Il tema sono i bambini e gli anziani; lo fa rileggendo un passo del profeta Zaccaria che dice: “sia nelle famiglie che nelle società, trascurare bambini e anziani perchè non produttivi, non è segno della presenza di Dio”. “E nella Prima Lettura sono chiari – fa notare Francesco – anche i segni della presenza del Signore col suo popolo, una presenza che ci fa più umani che ci rende maturi. Sono i segni dell’abbondanza della vita, dell’abbondanza di fanciulli e anziani che animano le nostre piazze, le società, le famiglie”. Torna nelle parole del Papa l’amata profezia di Gioele : “I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni”. “E’ così, ripete, tra gli uni e gli altri c’è uno scambio reciproco, cosa che non succede quando, al contrario, a prevalere nella nostra civiltà è la cultura dello scarto, una “rovina” che ci fa “rimandare al mittente” i bambini che arrivano o ci fa adottare come “criterio” quello di chiudere nelle case di riposo gli anziani perchè “non producono”, “perchè impediscono la vita normale”. Ecco allora alla memoria del Papa torna il racconto della nonna, citato in altre occasioni, per far comprendere cosa significhi trascurare anziani e bambini . E’ la storia di una famiglia in cui il papà decise di spostare il nonno a mangiare da solo in cucina in quanto, invecchiando, aveva iniziato a far cadere la zuppa e a sporcarsi. Ma un giorno quel papà, rincasando, trovò suo figlio che stava costruendo un tavolo in legno perchè, quello stesso isolamento, sarebbe toccato prima o poi anche a lui. “Quando si trascurano bambini e anziani si finisce negli effetti delle società moderne, che Francesco rimarca parlando di tradizioni non comprese e di inverno demografico. E poi quando si trascurano i vecchi si perde – diciamolo senza vergogna – la tradizione, la tradizione che non è un museo di cose vecchie, è la garanzia del futuro, è il succo delle radici che fa crescere l’albero e dare fiori e frutti. E’ una società sterile per ambedue le parti e così finisce male. “Si è vero, aggiunge il Papa, la gioventù si può comprare; oggi ci sono tante ditte che la offrono sotto forma di trucchi, chirurgia plastica e lifting, ma – è la riflessione di Francesco – finisce sempre tutto nel ridicolo.