Editoriali
Attenti all’invecchiamento precoce, quale futuro?
A quale futuro andranno incontro coloro i quali entro i prossimi anni saranno in pensione? Una domanda angosciante, considerata la crisi economica e la riforma sulle pensioni. Gli esperti sostengono che andando avanti di questo passo, le cose per chi andrà in pensione per forza di cose peggioreranno. Significa che la popolazione anziana diventerà più povera e per certi aspetti aumenterà anche il senso di vergogna; non c’è più la dignità del povero che esisteva in Italia fino al dopoguerra; per molti chi è povero è “sfigato”. Spesso il sentimento della vergogna si associa ad un altro sentimento in stretto rapporto con quest’ultimo che è il senso di colpa. “L’anziano prova vergogna nel dover accettare un sacchetto con degli alimenti, ha dichiarato in una intervista Maurizio Bergamaschi, docente di sociologia dei servizi sociali della facoltà di Scienze Politiche di Bologna, perché non rappresenta un diritto ma un dono, che è uno scambio insidioso, nel senso che presuppone un contro dono che il povero non può ricambiare”. Ma se da un lato si assiste a un risvolto psicologico dall’altro invecchiare da povero potrebbe significare morire prima. In questi giorni è stato diffuso uno studio commissionato dalla Commissione europea, chiamato “Lifepath“, è stato coordinato da Silvia Stringhini dell’University Hospital di Losanna in Svizzera, al quale ha partecipato anche l’università di Torino. I risultati dimostrerebbero che le persone di 60 anni che vivono in condizioni socioeconomiche svantaggiate invecchiano più velocemente di chi è agiato e possono perdere fino a 7 anni di vita. “Il nostro studio conferma che le avversità socioeconomiche sono un potente fattore di rischio che può avere un impatto molto intenso sulla qualità dell’invecchiamento – ha spiegato Stringhini -. Ricerche precedenti avevano mostrato che diversi fattori di rischio, inclusa la condizione socioeconomica, tendono ad accumularsi negli stessi individui. I nostri risultati, invece, ci suggeriscono che l’associazione fra un basso profilo occupazionale e il calo nella qualità dell’invecchiamento non è dovuta ad altri fattori di rischio”. L’invecchiamento precoce dovuto alle condizioni economiche sfavorevoli è maggiore rispetto a quello causato dalle sigarette.