Editoriali

Gli anziani, dono prezioso!

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“Una società è veramente accogliente nei confronti della vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e quando si sta spegnendo. La vita sempre è preziosa”. Sono le parole del papa, pronunciate nell’udienza del mercoledì. Francesco, parlando anche di se stesso, (cammino con il bastone) ricorda che da vecchi non si comanda più∙ il proprio corpo. “Bisogna imparare a scegliere cosa fare e cosa non fare. Il vigore del fisico viene meno e ci abbandona, anche se il nostro cuore non smette di desiderare. Bisogna allora imparare a purificare il desiderio: avere pazienza, scegliere cosa domandare al corpo, alla vita. Da vecchi non possiamo fare lo stesso che facevamo da giovani. E la malattia pesa sugli anziani, che si chiedono, anche solo con una semplice febbre, se supereranno quel momento o se sarà la fine. Ogni evento sembra affrettare la morte e si insinua il dubbio che non ci riprenderemo. Il Pontefice ha citato lo scrittore Italo Calvino, che notava l’amarezza dei vecchi che “soffrono il perdersi delle cose d’una volta, più∙ di quanto non godano il sopravvenire delle nuove”. Oggi soprattutto che il numero degli anziani è notevolmente cresciuto, il Papa parla dell’inverno demografico, della scarsa natalità e di come questa maggiore presenza di persone in là con gli anni ci dia la responsabilità di visitarli. C’è un passaggio molto forte nel suo discorso quando si riferisce alla “cultura dello scarto” che sembra di cancellare gli anziani. “Non li uccide ha detto il papa, ma socialmente li cancella come se fossero un peso da portare avanti ed è meglio nasconderli. Questo è un tradimento dell’umanità, questo è selezionare la vita secondo l’utilità, ma invece i vecchi hanno tanto da darci, c’è la saggezza della vita, hanno tanto da darci, dobbiamo insegnare ai bambini che vadano dai nonni: il dialogo bambini giovani è fondamentale per la Chiesa, per la società, per la sanità della vita, altrimenti cresce una generazione senza passato quindi senza radici”. E conclude: “…se gli anziani, invece di essere scartati e congedati dalla scena degli eventi che segnano la vita della comunità, fossero messi al centro dell’attenzione collettiva, sarebbero incoraggiati a esercitare il prezioso ministero della gratitudine nei confronti di Dio, che non dimentica nessuno”.

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