Editoriali
Allarme minori stranieri non accompagnati
Ho assistito a uno sbarco di migranti al porto di Palermo e rispetto alle immagini che si vedono in televisione, tutte uguali, quasi sempre con gli stessi commenti, vivere da vicino la discesa della passerella delle navi di soccorso, di questi disperati, è davvero un pugno nello stomaco. Rifletti sulla condizione di occidentale, sul benessere, sugli armadi pieni di vestiti. E poi li vedi scalzi, senza una sola borsa anche con i minimi effetti personali. Non hanno nulla, indumenti per lo più pesanti, forse per difendersi dal caldo del deserto che hanno dovuto attraversare per giungere nei lagher libici, dove per mesi e a volte anni subiscono violenze di ogni genere. Le donne arrivano nelle nostre coste quasi tutte incinte, gli uomini con segni evidenti di bruciature e torture. Non sapranno mai quando arriverà il momento di mettersi su un gommone o una imbarcazione di fortuna e affrontare un viaggio, quello per mare, con la consapevolezza che non tutti ce la faranno. Le navi della marina e delle organizzazioni umanitarie navigano in questa striscia del mediterraneo giungendo a quasi 12 miglia dalle coste libiche. Non possono entrare la polizia libica apre il fuoco, probabilmente per proteggere gli scafisti che scaricano la merce umana nelle navi e tornano indietro a programmare una nuova traversata. Nell’ultimo sbarco i migranti non sono stati per molto tempo in mare 4-5 ore perché la nave di medici senza frontiere era a pochi chilometri dalle coste libiche. Le organizzazioni mafiose lo sanno ecco perché hanno imbarcato molte donne e bambini. Intere famiglie siriane che si spostano in gruppo, drenando completamente ogni risparmio economico per girarlo ai mercanti di esseri umani. I bambini e i minori sono quelli che colpiscono maggiormente, tra l’indifferenza delle forze di polizia, ormai per loro lo sbarco è una routine, e un personale sanitario che a fine giornata è stremato per le centinaia di visite mediche che deve affrontare. La maggior parte dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese ha attraversato il Mediterraneo centrale. Tra chi arriva via mare in Italia, per cercare un futuro possibile, ci sono infatti sempre più minori soli e sono sempre più bambini e più vulnerabili. Tra gennaio 2011 e dicembre 2016 sono sbarcati in Italia 62.672 minori senza adulti di riferimento, provenienti principalmente da Eritrea, Egitto, Gambia, Somalia, Nigeria e Siria. Il loro numero è cresciuto di 6 volte. La loro presenza è un fenomeno strutturale, al quale troppo spesso si è data una risposta inadeguata, anche in considerazione di una crescente vulnerabilità legata all’età precoce e al genere. Al porto c’è Save the Children che li identifica e li accoglie. Il direttore generale Valerio Neri ha dichiarato: “questi adolescenti anche giovanissimi, che prima di essere migranti sono soprattutto e ancora minorenni soli, e come tali devono essere accolti e protetti come stabilisce la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza del 1989”.