Editoriali

Aiuti per le famiglie e le giovani madri

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Ci sono importanti novità nell’ultima manovra di Bilancio a favore delle famiglie. Le ha annunciate in questi giorni la presidente del consiglio Giorgia Meloni; la voce maggiore di spesa riguarda il tema del caro bollette, a cui andranno 21 miliardi. Lo Stato interviene per calmierare le bollette portando il tetto dei 12mila euro di Isee a 15mila euro, questa misura peserà a circa 9 miliardi. E ancora, i provvedimenti per la famiglia e la natalità aumentano notevolmente: quasi 1,5 miliardi.  “L’assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per primo anno di vita del bambino e del 50% per le famiglie con 3 figli e più per tre anni, mentre, ha dichiarato la Meloni: “abbiamo reso strutturale la maggiorazione per i figli disabili, in precedenza solo transitoria.

Credo sia fondamentale mettere in campo aiuti per “i bimbi disabili”. Ma per affrontare anche un calo della natalità che sembra inarrestabile nel nostro Paese (gli ultimi dati diffusi nel report “Welfare, Italia”, promosso da Unipol e Ambrosetti, parlano di 2,5 milioni di persone in meno nel 2035 rispetto al 2020), la presidente del Consiglio spiega ancora che nella manovra “c’è una misura molto importante sul congedo parentale, ora retribuito al 30%. Dalle parole della premier emerge un forte sentimento di aiuto verso tutte quelle madri che non potevano permetterselo. “Abbiamo aggiunto, dice la Meloni, un mese di congedo facoltativo, utilizzabile fino al sesto anno. Una scelta che introduce una specie di salvadanaio del tempo che le madri possono utilizzare in caso di difficoltà, evitando di incorrere in situazione economiche difficili”. Vogliamo ricordare che il congedo parentale consiste nella possibilità di astenersi per un periodo dal lavoro per prendersi cura dei propri figli, con conservazione del posto. Si tratta una scelta libera – ecco perché si parla di congedo facoltativo, a differenza del congedo obbligatorio di maternità (che può essere fruito dal padre in alcuni casi) che invece è fruibile nell’arco temporale prima e dopo la nascita del figlio ed è obbligatorio, seppure estendibile poi in via facoltativa. La Legge di Bilancio 2023 va ad incidere proprio sul periodo massimo indennizzabile, aumentando anche l’importo riconosciuto. Solo entro i primi 6 anni di vita del bambino, infatti, le mamme lavoratrici dipendenti avranno diritto a un mese di congedo parentale in più rispetto ai 9 già concessi con un’indennità pari all’80% della retribuzione per un totale di 10 mesi indennizzati (9 al 30% e 1 all’80%).

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