Cultura

A19 Sicilia on the Road, il documentario

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Marc Augé in un saggio del 1992 conia il concetto di “nonluoghi”, gli spazi contrapposti ai luoghi antropologici e che hanno la prerogativa di non essere relazionali. Sono tutti quegli ambiti adibiti alla circolazione, al consumo e alla comunicazione. Agli occhi dell’autore, sono spazi della provvisorietà e del passaggio, attraverso cui non si possono decifrare né relazioni sociali, né storie condivise, né segni di appartenenza collettiva. Le persone transitano nei “nonluoghi”, ma nessuno vi abita. Luoghi come quelli al centro del documentario “A19 Sicilia on the Road” di Lucrezia Lo Bianco, in onda domenica 12 maggio 2024 alle 22.10 su Rai 5 per la serie “Di là dal fiume e tra gli alberi”. Si parte da un aeroporto, si percorrono una serie di svincoli e si entra in autostrada. E là, o nelle immediate vicinanze, si rimane. Nello specifico, si atterra a Catania e si percorre a A19 fino alle porte di Palermo. Ed è ai bordi di questa – o proprio su questa autostrada – che il doc incontra gente e storie, per vedere se è possibile costruire una narrazione su un “nonluogo”, negando un po’, in questo modo, il concetto da cui nasce questa teoria.

Perché è facile narrare storie a Catania o a Palermo, ma in mezzo, lungo un’autostrada che le connette, in costante rifacimento, senza piazzole di sosta, con tre autogrill in tutto, di cui uno solo a metà strada, con chilometri e chilometri senza vedere un paese o un’area abitata, il racconto è forse meno facile. E ancora meno trovare qualcuno che su questa autostrada ci vive, ha il suo luogo di lavoro, la sua casa, la odia e la ama, qualcuno a cui manca. “A19 Sicilia on the road” va comunque a cercarli.

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