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InSalute (Dott.E.Alagna)

Coronavirus in Italia, 4.636 casi e 197 morti

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Il bollettino del 6 marzo

I dati aggiornati della Protezione civile

Coronavirus in Italia, 4.636 casi e 197 morti: il bollettino del 6 marzo

Sono coinvolte tutte e 20 le Regioni. Qui la mappa aggiornata con gli ultimi dati.

I pazienti ricoverati con sintomi sono 2.394 (+604); 462 sono in terapia intensiva (+111), mentre 1.060 sono in isolamento domiciliare fiduciario (-95).

I dati Regione per Regione

Ecco il numero dei contagiati (totali) nelle singole regioni:
2.612 Lombardia (+361)
870 Emilia-Romagna (+172)
488Veneto (+81)
159 Marche (+35)
143 Piemonte (+35)
79 Toscana (+18)
54 Lazio (+10)
57 Campania (+12)
32 Liguria (+4)
31 Friuli Venezia Giulia (+10)
24 Sicilia (+6)
17 Puglia (+3)
16 Umbria (+7)
12 Molise (+5)
10 Provincia autonoma di Trento (+3)
9 Abruzzo (+1)
5 Sardegna (+3)
3 Basilicata (+2)
7 Valle d’Aosta (+5)
4 Calabria (+2)
4 Provincia autonoma di Bolzano(+3)

I dati provincia per provincia

Lombardia
Bergamo 623
Lodi 739
Cremona 452
In fase di verifica e aggiornamento 68
Pavia 180
Brescia 182
Milano 267
Monza Brianza 20
Mantova 32
Varese 23
Sondrio 4
Como 11
Lecco 11
Totale: 2.612

Emilia-Romagna
Piacenza 426
Parma 181
Modena 73
Rimini 93
Reggio Emilia 44
Bologna 41
Ravenna 8
Forlì Cesena 3
Ferrara 1
Totale: 870

Veneto
Padova 198
Treviso 103
Venezia 85
Verona 42
Vicenza 24
Belluno7
Rovigo 5
Totale: 488

Piemonte
Torino 34
Novara 4
Asti 47
Vercelli 7
Alessandria 32
Verbano-Cusio-Ossola 9
Biella 3
Cuneo 1
In fase di verifica e aggiornamento 6
Totale: 143

Marche
Pesaro 126
Ancona 23
Macerata 7
Fermo 3
Totale: 159

Liguria
Savona 15
Imperia 3
Genova 9
La Spezia 1
In fase di verifica 4
Totale: 32

Campania
Napoli 17
Da aggiornare 40
Totale: 57

Toscana
Firenze 23
Siena 14
Massa Carrara 10
Pistoia 1
Lucca 8
Arezzo 7
Pisa 8
Livorno 5
Prato 1
Grosseto 2
Totale: 79

Friuli Venezia Giulia
Trieste 7
Gorizia 6
Udine 18
Totale: 31

Lazio
Roma 49
Frosinone 1
Viterbo 2
Latina 2
Totale: 54

Sicilia
Palermo 5
Enna 1
Catania 15
Ragusa 1
Siracusa 2
Totale: 24

Abruzzo
Teramo 4
Pescara 1
L’Aquila 1
Chieti 3
Totale: 9

Puglia
Taranto 3
Bari 3
Bat 1
Lecce 3
Foggia 7
Totale: 17

Umbria
Perugia 10
Terni 6
Totale: 16

Trentino Alto-Adige
Bolzano 4
Trento 10
Totale: 14

Calabria
Cosenza 1
Catanzaro 2
Reggio Calabria 1
Totale: 4

Molise
Campobasso: 12
Totale: 12

Basilicata
Potenza:2
Matera: 1
Totale: 3

Sardegna
Cagliari 3
Nuoro 2
Totale: 5

Valle D’Aosta
Aosta7
Totale: 7

(Fonte: Protezione Civile)

Eventi

Uno spazio amico per le simultaneous care

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Uno spazio amico per le simultaneous care, domani congneo Samot a Catania

Si terrà domani mattina 21 Maggio 2022, a partire  dalle ore 08:30 presso la Sala Convegni CAST dell’Azienda OspedalieroUniversitaria Policlinico G. Rodolico San Marco di Catania in Via S. Sofia n.78 (Edificio 8), la presentazione del progetto dell’Associazione S.A.M.O.T. Catania ONLUS dal titolo Uno Spazio Amico per le Simultaneous Carefinanziato dall’Avviso Pubblico n.1/2021 del Ministero del Lavoro e delle Poli0che Sociali in relazione alle attività di assistenza psicologica, psicosociologica o sanitaria in tutte le forme a favore dei bambini affetti da malattia oncologica e delle loro famiglie.

I saluti

Dopo i saluti istituzionali, aprirà i lavori del Convegno moderato dal Giornalista Nuccio Sciacca il Dott. Giulio Mellini con l’intervento dal titolo “Il modello delle cure palliative domiciliari della S.A.M.O.T. Catania Onlus”, al quale seguirà la presentazione generale dell’iniziativa progettuale da parte del Dott. William Di Noto.

Seguiranno gli interventi del Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Catania la Prof.ssa Giovanna Russo (Il bambino con malattia ematooncologica: una complessa realtà assistenziale) e del Dirigente Medico Pediatra Dott.ssa Milena La Spina (La continuità assistenziale e il miglioramento della qualità̀ di vita nel bambino con malattia ematooncologica).

Il progetto 

Il progetto formativo e l’impianto di ricerca saranno illustrati dal Dirigente dell’Unità Operativa  Complessa “Servizio di Psicologia” dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna, Dott. Angelo Bonaventura; durante il Convegno, saranno letti alcuni brani dalla Direttrice  Elisa Di Dio dell’Associazione Culturale l’Arpa di Enna.

I lavori

I lavori del Convegno si concluderanno con la Tavola rotonda con il confronto fra i partner del progetto allo scopo di approfondire le modalità di miglioramento delle condizioni di tutela della salute dei bambini affetti da malattia oncologica residen0 nel territorio regionale siciliano ed il benessere dei loro nuclei familiari e con l’obiettivo di rafforzare le competenze is0tuzionali delle strutture che operano in ambito oncologicopediatrico, sviluppando specifiche e coerenti attività di cura, trattamento e riabilitazione secondo l’approccio metodologico innovativo delle Simultaneous Care

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In Evidenza

7000 litri di benzina necessari per affrontare la transoceanica Atlantica

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“Ben 7 ore ci sono volute per caricare i 7000 litri di benzina necessari per affrontare la transoceanica Atlantica che mi separa dalla Guyana Francese”.
Queste le parole pubblicate in un post su Facebook dal comandante dell’Aretusa Explorer, Sergio Davì.
Un duro lavoro reso possibile grazie al prezioso aiuto di VivoenerGy Shell che ha effettuato l’operazione tramite autobotte.
“Tutto è ormai pronto sull’Aretusa Explorer; carichi di emozione, speriamo di poter mollare gli ormeggi domani mattina” – è quanto scritto ieri pomeriggio sul suo profilo facebook.
Continuiamo a seguire real time la sua avventura attraverso il Live Tracker http://www.sgstracking.com/live/index.html?id=263
oppure tramite l’app ufficiale Sergio Davì Adventures (disponibile sia per Android che per Apple):
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In Evidenza

Politica rispetto a gestione Covid-19 ha tempi anacronistici

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E’ arrivato il momento di fare un’analisi, e di tirare un pò le somme sull’emergenza sanitaria in atto,  non tralasciando gli errori commessi all’inizio della pandemia, provando a tracciare le linee guida per gli scenari futuri. 

“Numeri alla mano, il numero dei ricoverati in terapia intensiva in Italia sembrerebbe essersi stabilizzato rispetto a due settimane fa”. Lo ha affermato l’infettivologo genovese Matteo Bassetti; un dato che deve far ben sperare. Sugli ospedali italiani, ed in particolare sulle terapie intensive c’è meno pressione e anche se continuano in qualche modo a crescere i contagi, noi dobbiamo pensare alla variante Omicron in maniera diversa. Perché tanti casi non portano oggi a tanti ricoveri come accadeva con la variante Delta e le precedenti, che hanno asfaltato la popolazione italiana e sfibrato i camici bianchi.

Come detto in precedenza stiamo entrando in una nuova fase: altri Paesi, come l’Inghilterra, gli Stati Uniti e il nord Europa, hanno già vissuto la fase che ci prepariamo ad affrontare. È arrivato il momento di convivere con questo virus, di provare a cambiare le regole di convivenza che non possono essere quelle che avevamo un anno fa. E’ arrivato il momento di cambiare passo, oggi la situazione è molto diversa non solo perché abbiamo una variante nuova, ma soprattutto perché abbiamo una popolazione protetta al 90% da questo virus. L’Italia rientra tra le popolazioni più vaccinate al mondo; dobbiamo affrontare l’epidemia in modo diverso.

Oggi abbiamo una popolazione ampiamente vaccinata, e quindi protetta dalle forme gravi. Dobbiamo considerare diverse anche le “morti di covid”; ovvero se uno entra in ospedale perché, per esempio, si è rotto una gamba, perché ha un problema al cuore, perché deve fare una dialisi, e lo si trovasse positivo e per l’evoluzione della sua malattia muore, in realtà il decesso non può e non deve essere associato al Covid. Oggi ci troviamo in una fase diversa in cui dobbiamo mutare le modalità con cui classifichiamo le persone con il Covid.

Sottolineamo ancora di più l’importanza della vaccinazione, in quasi tutte le regioni dello stivale, i dati dei ricoveri nelle terapie intensive ci dicono che il 95% riguardano soggetti non vaccinati: i veri malati con la polmonite da Covid, sono soggetti non vaccinati. E soprattutto sono nella fascia che va  dai 50 ai 60 anni d’età. Sono soggetti che arrivano in ospedale con una forma molto grave e purtroppo possono finire in terapia intensiva. La vaccinazione che piaccia o no dà una protezione nei confronti della malattia grave e ci mette con le tre dosi praticamente al sicuro.

In molti mi chiedono quanto tempo ancora ci resta di questo periodo emergenziale e quanto manca, soprattutto, alla fine dell’incubo.

Nessuno ha la sfera di cristallo, ed è difficile anche fare una proiezione nel tempo di come il virus possa evolvere; di certo non va dimenticato che si tratta di un virus ad RNA e per questo è mutevole più degli altri. Dobbiamo però fare in modo che si arrivi quanto prima alla fase endemica cambiando procedure e regole del gioco; Francia, Spagna e Inghilterra hanno già messo in atto quel cambio di passo che li farà giungere, probabilmente, alla fase endemica. Penso che le regole erano forse adeguate un anno fa, oggi sono anacronistiche. Basti pensare alle quarantene, che non hanno saputo adeguarsi ai tempi e alla nuova variante, ai disastri della scuola, del mondo del lavoro. La politica, la politica sanitaria in particolare, è lontana anni luce dalla vita reale. Qui le decisioni andrebbero prese da un giorno all’altro se le cose cambiano. E invece noi oggi vediamo un immobilismo, una ingessatura di regole, di norme, che oltretutto non servono a nulla.

Tenere a casa i ragazzi perché hanno avuto forse un contatto con un positivo asintomatico è una cosa demenziale, afferma infatti Matteo Bassetti. Su questo bisognava essere più dinamici e dire smettiamola di fare tamponi agli asintomatici e, soprattutto a scuola, concentriamoci su chi ha sintomi e teniamoli a casa come si faceva una volta”.

Secondo Bassetti, dopo il 31 marzo il Governo dovrà dire stop a ulteriori proroghe dello stato di emergenza: “Sarebbe difficile spiegare ai cittadini come si possa continuare lo stato di emergenza”.
Molte regole vanno ripensate tenendo conto di quello che sta succedendo oggi con la nuova variante Omicron: l’obbligo vaccinale è uno strumento molto intelligente. Il Governo ha sbagliato i tempi, non i modi. La comunità scientifica chiedeva l’obbligo vaccinale per gli over 40 già da settembre-ottobre. Se lo avesse messo a settembre ottobre probabilmente avremmo avuto un’ondata minore rispetto a quella che abbiamo avuto.

Nella gestione di un problema virale, non possiamo avere i tempi della politica. La politica ha dei tempi che oggi sono anacronistici rispetto alla gestione del Covid. Urge un cambio di passo.

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