La piattaforma sulle epatiti sarà il primo esempio italiano di “democratizzazione” di un database sanitario
Viene presentata oggi la tecnologia BlockChain in occasione del convegno “BlockChain in Sanità: sicurezza, trasparenza e democrazia dei dati”, che si svolge all’ISS.
“Mettere sotto BlockChain la piattaforma dell’ISS sulle epatiti virali (PITER) – dichiara Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – rappresenta un passaggio pionieristico, il primo esempio italiano di “democratizzazione” di un database sanitario di cui i centri specialistici afferenti al progetto condivideranno e utilizzeranno i contenuti, secondo una metodologia che garantisce ai centri la massima trasparenza, ovvero una sorta di proprietà condivisa in cui ogni modifica apportata viene vista in tempo reale da tutti, e assicura al tempo stesso ai cittadini privacy e incorruttibilità dei dati dall’esterno”.
La tecnologia BlockChain, infatti, altro non è che un registro decentralizzato, di cui ogni centro detiene una copia, e ogni volta che un dato viene modificato, la modifica viene riportata su tutte le copie della rete con un doppio obiettivo: avere sempre una copia aggiornata di tutti i dati in ciascuna sede e identificare immediatamente eventuali attacchi ad uno dei database che, pur essendo riconosciuto come “differente” dalle altre copie, può essere congelato senza impedire che gli altri centri lavorino in sicurezza. Sarà più semplice sia l’interrogazione che l’aggiornamento da parte di ciascun centro.
I dati della Piattaforma Italiana per lo studio delle Terapie delle Epatiti Virali (PITER) dell’ISS saranno di fatto il primo Registro Italiano a essere realizzato con tecnologia BlockChain. Tutti gli epatologi e infettivologi del territorio disporranno così della più grande casistica di ricerca clinica sul tema con i dati di più di 10 mila pazienti e 100 centri clinici raccolti nella piattaforma”.
“La richiesta di trasparenza nella gestione dei dati sensibili è crescente e supportata anche dalle nuove regole europee in tema di privacy”, afferma Antonio Gaudioso, segretario generale Cittadinanzattiva.
La BlockChain non è una panacea che risolve da sola tutte le sfide della interoperabilità dei dati, ma è sicuramente un percorso da intraprendere da subito con una serie di ‘cantieri’ che costruiscano soluzioni misurabili in tempi brevi.
Basti pensare a tutti quei sistemi che aiutano i pazienti ad essere più aderenti alle terapie, alla ricerca clinica, alle terapie cosiddette ‘avanzate’ e alla medicina personalizzata. Anche la ricerca può beneficiare di questa tecnologia”.
La prospettiva dell’ISS è chiara nelle parole del suo Presidente: “L’Istituto da sempre – conclude Ricciardi – si fregia di essere un punto di riferimento per la ricerca italiana e comprende bene quanto la digitalizzazione delle informazioni e una loro accurata gestione possano fare la differenza in una sanità che dovrà sempre più dimostrare di fornire risultati di outcome clinico misurabili e facilmente consultabili da chi, come noi, ha un ruolo di vigilanza per la salute pubblica dei cittadini. Da quanto emerso oggi in questa prima edizione di BlockChain in Sanità, capisco che questa tecnologia può essere strumento essenziale di questa trasformazione”.