Connect with us

Cinema

In ricordo di padre Ferlauto

Published

on

Voglio condividere la bellissima lettera del regista Silvano Agosti, non prima di esprimere il mio pensiero sul “padre” come l’ho sempre chiamato per 16 anni della mia vita.Lui, come un gigante, mi ha portato in spalla, lungo un cammino umano e professionale esaltante. Con lui ho vissuto tante gioie e soddisfazioni ma anche qualche dolore legato al lavoro. Ho vissuto nel 1998 il grande privilegio di averlo a Enna, nella mia chiesa natale, Montesalvo, dove mi ha sposato. Ha battezzato all’Oasi, mia figlia Arianna. In questi anni ho scritto tanto sui “maestri della mia vita”, coloro i quali, ultraottantenni, mi hanno fatto crescere e mi hanno insegnato tantissimo…Lui per me rimarrà il “Grande Maestro” nel senso più nobile del termine.. Ho avuto l’onore di seguirlo nei viaggi, in America, in Brasile, in Francia, e mi sono sentito davvero importante al suo fianco. Da lui ho imparato tantissimo a tal punto da conquistare la sua stima e fiducia; mi affidò la realizzazione di un porgetto ambizioso 2L’antenna Bianca” una televisione che raccogliesse solo notizie positive. Ci riuscii per 5 anni dal 2003 al 2008 anno in cui feci la mia ultima diretta da Rimini per la convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito. Ho diretto l’ufficio stampa dal 1992 ma soprattutto ho gestito un settore molto delicato come le pubbliche relazioni, accogliendo, sempre su incarico di padre Luigi, centinaia di ospiti desiderosi di conoscere il progetto della Città Aperta, di cui mi sono sempre sentito parte attiva. Quando parlo dei maestri, voglio ricordare l’avvocato Gaetano Rizzo Nervo… adoravo quell’uomo… un “principe”… forse l’unica persona “Saggia” che io abbia mai conosciuto… Mi mancano tanto i lunedi in cui con padre Ferlauto e lui pranzavamo insieme; in un appunatmento fisso che, la sua perpetua, Angela Guagliardo, ormai definiva “il lunedi dei giornalisti”. Parlavamo di tutto, di politica di sociale. Aggiornavamo il padre dei fatti di attualità. Era un momento intimo e magico. Vorrei scrivere tantissimo ma preferisco lasciare spazio alla lettura della meravigliosa lettera di Silvano Agosti.

 

LETTERA AL CARO E INDIMENTICABILE AMICO LUIGI ORAZIO FERLAUTO FONDATORE
DELL’OASI MERAVIGLIOSO E GRATUITO “ISTITUTO DI RICERCA SUL RITARDO MENTALE E LA DISABILITA’

Roma 13 Settembre 2017

Caro Luigi Orazio,
prima che altri me ne dessero atto mi era giunta da te direttamente la notizia del tuo desiderio di andare dal Socio e abbandonare per sempre un mondo comunque faticoso ed estraneo alla tua rara dimensione di vero Essere Umano.
Quando poche settimane fa sono venuto a salutarti ti ho chiesto “ma perché non cammini da solo? Ecco, ti ho portato un bastone da passeggio.”
Tu mi hai guardato con quello sguardo spesso intriso di infinita bontà e hai mormorato “non posso più farlo.” Ho intuito che mi stavi salutando per sempre.
Ti voglio anch’io salutare trascrivendo due rivelazioni che hai fatto nel nostro film
IL FASCINO DELL’IMPOSSIBILE.

Ecco la prima:
“Sono, direi, una persona felice perché i miei sogni, nella massima parte si sono realizzati. Ma si sono realizzati perché io faccio ciò in cui credo e credo molto in quello che faccio, quindi, quello che realizzo non è casuale, è frutto di una ricerca, di qualcosa che dentro di me matura e si esterna”.

Ecco la seconda, nella quale definisci quello che il vero amore è capace di fare e non solo di “dire”:
“Il potere si regge sul timore. Il potere opera imponendo. Il potere mette paura.
Diverso è l’amore. E allora perché arraffare. Perché sviluppare l’ingordigia mentre sarebbe molto più interessante moltiplicare tutti i beni per creare benessere, per fare stare meglio le persone, per creare un mondo dove ci sia l’amore. L’amore che è rispetto della persona, l’amore che aiuta il debole, l’amore che è intelligenza mia al servizio di chi è meno intelligente, la mia salute che è al servizio di chi ha meno salute, dove si lavora insieme per realizzare qualcosa di bello, che giovi a tutti”.

Ora che hai lasciato un corpo ormai inadatto a ospitare la tua immensa vitalità, abiterai nell’anima degli innumerevoli adulti e bambini che hai salvato dalla disperazione, dal disprezzo sociale, dal razzismo, e soprattutto dall’indifferenza delle istituzioni pubbliche, offrendo loro le mirabili strutture che hai creato e difeso per tutta la tua vita.
Ci leggono in copia i tuoi fedeli collaboratori, che ti hanno sempre aiutato a difendere l’autonomia dell’Oasi. Sono certo che continueranno a difenderla.
Sappi, caro Luigi Orazio, che se anche nella tua condizione attuale serve una residenza permanente, quotidiana e ininterrotta l’avrai nella mia anima con la quale hai costruito un gemellaggio che neppure la morte riuscirà a cancellare o a sospendere. Alla tua straordinaria spiegazione dell’amore permettimi di aggiungere: “Il vero amore non ha bisogno, per esprimere la propria profondità, della presenza anche fisica della persona amata.”

Tuo Silvano

Silvano Agosti (regista)

 

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Cinema

“La Notte” di Michelangelo Antonioni

Published

on

 “La Notte” di Michelangelo Antonioni a Venezia 81

Nell’ambito della 81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale presenterà in anteprima mondiale nella sezione Venezia Classici la versione restaurata de La notte (1961) di Michelangelo Antonioni con Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau e Monica Vitti. La proiezione ufficiale sarà il 30 agosto, alle 14.15 nella sala Corinto, per pubblico e accreditati.

“L’avventura, è uno dei film della mia vita. All’epoca ne rimasi folgorato – ha scritto per il dossier del Centro Sperimentale Gianni Amelio – Se il motore de L’avventura è anche narrativo, in La notte è tutto chiuso nella tensione del non-racconto, nell’espressività assoluta dell’immagine nuda. Le parole, come nell’ultima sequenza, si rovesciano su loro stesse”.

“Lidia e Valentina, le protagoniste del magnifico La notte, si stagliano tra architetture urbane e paesaggi reali a dimostrare già visivamente la loro potente presenza”, scrive nel dossier Angela Prudenzi. “Tra due donne lontane e un uomo assente il film indaga i sentimenti di una coppia al capolinea e svela la tentazione di un tradimento che, all’alba, in uno squarcio di lucidità, confermerà la verità di quel matrimonio finito”, secondo Laura Delli Colli.

Antonioni è stato il regista che più di altri, nella cultura italiana del dopoguerra, è diventato la stella polare del cinema d’autore internazionale: non a caso da Wenders a Wong Kar Wai, spesso i registi capaci di inventare e possedere uno stile, lo hanno considerato un punto di riferimento cruciale. La sua passione per la forma delle immagini, il suo occhio pieno di stupore, curiosità e attenzione nei confronti delle donne, la sua capacità di ritagliare angoli del nostro mondo contemporaneo e mostrarcelo sul grande schermo come se fosse un pianeta enigmatico, inesauribile, minaccioso e affascinante, hanno dato vita ad una avventura unica fatta di film come esperienze mentali e sensoriali.

Il restauro, curato da Sergio Bruno, lungo e impegnativo, consente di riscoprire il cinema di un maestro ma anche l’arte del direttore della fotografia, Gianni Di Venanzo, tra i più importanti del cinema italiano contemporaneo, che in La notte dota le inquadrature di un bianco e nero grafico e spettrale, di carbone e metallo, come nella celebre “alba livida” del finale, dove al cielo abbacinante si oppone la luminescenza irreale dei prati.

Il Centro Sperimentale ha realizzato per il restauro del film un dossier con le testimonianze, tra le altre, di Enrica Fico Antonioni, Andrea Guerra, Beppe Lanci, Maria Pia Luzi, e un’ ampia provvista di materiali critici e di documentazione con la collaborazione di  Gianni Amelio, Franco Bernini, Sergio Bruno, Laura Delli Colli, Luca Pallanch, Fabio Melelli, Angela Prudenzi, Silvia Tarquini.

 

Continue Reading

Cinema

Cinema, a Sciacca la Rassegna su Germi

Published

on

Con la proiezione nell’Arena Giardino della Multisala Badia Grande de “Il cammino della speranza” film girato a Favara nel 1950 e che tratta il tema drammatico dell’emigrazione, si è conclusa ieri sera la rassegna organizzata da Sino Caracappa e patrocinata dal comune di Sciacca dedicata alla figura di Pietro Germi, nel cinquantesimo anniversario dalla sua morte. La serata è stata introdotta dalla interessante presentazione del libro dal titolo “Pietro Germi il Siciliano”, del 2014, scritto dal catanese Sebastiano Gesù, critico cinematografico e storico del cinema italiano morto nel 2018. Un libro che oltre alla presentazione del regista Pasquale Scimeca contiene anche una prefazione firmata da Sino Caracappa. A parlarne sono stati Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, e il cineasta Carmelo Franco, di professione avvocato. Ad intervistare i due ospiti è stato Raimondo Moncada. La serata ha poi visto anche la proiezione dei fuori scena di Sedotta e abbandonata di Vincenzo Raso. Alla Rassegna Pietro Germi ci sarà un’appendice programmata per il 28 settembre, con un convegno dal titolo “Il cinema di Pietro Germi e la Sicilia”, su cui abbiamo chiesto un’anticipazione a Sino Cacarappa.

 

Continue Reading

Cinema

Luce Cinecittà a Locarno 77 con due titoli

Published

on

Luce Cinecittà è alla 77ma edizione del Locarno Film Festival (7-17 agosto) con due titoli di giovani registe italiane. Nel Concorso Internazionale Sulla terra leggeri, esordio al lungometraggio di Sara Fgaier, già autrice del corto Gli anni , presentato al Festival di Venezia 2018 (Orizzonti) e vincitore sia dell’EFA come miglior cortometraggio europeo che il Nastro d’argento. Come montatrice e produttrice Sara Fgaier ha realizzato diversi film, tra cui La bocca del lupo (2009) e Bella e Perduta (2015) di Pietro Marcello.

Cosa accade se non ricordiamo più l’amore della nostra vita? È la domanda al centro del racconto della regista spezzina. Il protagonista, Gian, lotta contro l’oscurità di un’improvvisa amnesia. Miriam, la figlia che non riconosce, gli consegna un diario, scritto a vent’anni, che ruota tutto intorno a Leila, la ragazza con cui ha scoperto l’amore nell’arco di una notte. Solo cercandola potrà ritrovare se stesso. Nel cast Andrea RenziSara SerraioccoEmilio ScarpaLise LomiMaria Fernanda CândidoStefano Rossi GiordaniAmira Chebli ed Elyas Turki.  

Sulla terra leggeri è prodotto da Limen, Avventurosa e Dugong films con Rai Cinema. La Vendita Internazionale è curata da Rai Cinema International Distribution, mentre la Distribuzione Italiana è di Luce Cinecittà. Il progetto è stato sviluppato dal TorinoFilmLab e finanziato con il TFL Production Award per € 40.000.

Sulla terra leggeri

In Concorso nella sezione Cineasti del Presente Real, il nuovo lungometraggio di Adele Tulli che torna alla regia dopo la rivelazione della sua opera prima Normal, anche questa coprodotta e distribuita da Luce Cinecittà, presentata in anteprima alla Berlinale e vincitrice della Menzione opera prima ai Nastri d’Argento.

Un nuovo viaggio poetico e inatteso dentro un mondo in cui siamo quotidianamente immersi, divenuto talmente abituale da non farci rendere conto quanto sia sconosciuto ed estraniante: il mondo digitale. Una realtà che ha rivoluzionato le vite di noi tutti, e che il documentario indaga con le stesse lenti tecnologiche, creative e relazionali con cui è strutturata. Una mappa documentata e senza preconcetti che ci mostra con sguardo inedito e curioso un territorio ineffabile, alieno e insieme familiare.

Real è un viaggio filmico, visionario e coinvolgente, dentro al mondo disincarnato della rete, un multiverso digitale parallelo dove ogni cosa esistente è trasformata dalla fisica dell’ossigeno e del carbonio alla logica dei bit. Un documentario creativo che esplora la trasformazione dell’esperienza umana nell’era digitale, facendo luce sui molti aspetti, a tratti perturbanti, del vivere digitalizzato e iperconnesso: i protagonisti – umani, robotici, virtuali – sono alle prese con relazioni virtuali, lavori digitali, cybersessualità, case e città del futuro, automatizzate e sorvegliate. Raccontano di cultura dell’autorappresentazione, di nuove dipendenze e patologie, di alienazione e isolamento ma anche di identità libere dai confini fisici del corpo.

Real ha uno sguardo inedito e sperimentale, utilizzando poeticamente le stesse lenti di accesso ai nuovi territori digitali: visori, webcam, smartphone, camere di sorveglianza, sguardi meccanici e virtuali che raccontano di un nuovo modo di fare esperienza del reale. Senza risposte o giudizi, ma con la curiosità e la freschezza di un occhio atterrato su un nuovo pianeta, R E A L ci porta su una soglia, al di là e al di qua di un confine incerto. Con un approccio algoritmico e visivamente inedito, un documentario che è un viaggio immersivo nella nostra fantascientifica realtà di tutti i giorni: come ci si sente a essere umani nell’era digitale.

Prodotto da Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai Cinema e Luce Cinecittà, in collaborazione con Les Films d’Ici il film sarà distribuito nei cinema da Luce Cinecittà. La distribuzione internazionale è curata da Intramovies. Scritto e diretto da Adele Tulli, Real vede la fotografia di Clarissa Cappellani e Francesca Zonars, il montaggio di Ilaria Fraioli, Adele Tulli, le musiche originali di Andrea Koch, la produzione creativa di Laura Romano. È prodotto da Agostino Saccà per Pepito Produzioni, Valeria Adilardi, Luca Ricciardi, Laura Romano, Mauro Vicentini per FilmAffair in collaborazione con Charlotte Uzu di Les Films d’Ici.

Continue Reading

In Tendenza