Connect with us

Cultura

Educare all’affettività, una sfida per la scuola

Published

on

Educare l’affettività è quell’arte specialissima che dà senso a ciò che accade nel cuore dei ragazzi e impegna ad aiutarli nell’orientare il cuore verso il bene e la felicità e a indicargli la giusta direzione.
La data, annunciata da tempo dall’Ufficio diocesano di Pastorale scolastica, ha consentito la partecipazione di numerosi docenti, i quali hanno avuto modo di riflettere e approfondire il tema dell’educazione all’affettività, che va ben oltre quello dell’educazione sessuale,  spesso proposto come attività integrativa al curricolo scolastico

Educarsi per educare”, è il costrutto verbale che pone al centro lo studente come fine, ma sollecita una diligente preparazione all’arte educativa ed impegna a “saper guardare tutti e saper osservare ciascuno”, per favorire il processo di formazione integrale dello studente, come persona e come cittadino.

L’educazione all’affettività necessita un animo pronto ed una esplicita intenzionalità di ricercare il miglior bene per i propri studenti attraverso la proposta culturale di una scuola di qualità e di una palestra formativa nella sfera cognitiva ed affettiva.

Dopo il saluto introduttivo del prof. Marco Pappalardo, direttore dell’ufficio di Pastorale scolastica, l’Arcivescovo di Catania, Mons Luigi Renna, ha tracciato le linee guida del percorso formativo, orientato a colmare i deficit di paternità e di maternità, intrecciando i temi relativi alla  persona, ai sentimenti, alla relazione e quindi promuovere l’arte del “generare”,  “prendersi cura”, “accompagnare,”  “guidare”, “lasciare andare”, rendendo ciascuno protagonista attivo e responsabile nel processo di crescita.

L’intervento dello psicologo, sessuologo ed educatore, Saverio Sgroi, ricco delle espressioni dirette dei ragazzi,  raccolte dai questionari  proposti agli studenti durante gli incontri formativi nelle vare scuole, ha delineato il percorso che un bravo educatore ha il compito di svolgere per essere guida, modello esemplare e maestro di vita.

Ascoltando le espressioni dei ragazzi “sto con te perché mi fai star bene” si coglie un aspetto ancora incompleto dell’amore inteso come dono, capacità di donare e di  donarsi all’altro e quindi “amare per tutta la vita”.

Il percorso formativo accompagna il passaggio dalle emozioni che sono brevi, immediate, legate al presente, verso il sentimento che va coltivato e richiede riflessione e diligenza, per poi conseguire il traguardo finale che  si esprime nella passione di amore,  termine che richiama anche il sacrificio e la rinuncia.

La regola pedagogica di Michel Quoist: insegnare ai ragazzi a “pensare col cuore e amare col cervello”, attiva un chiasmo intrecciando i verbi e le azioni, assicurando una garanzia di successo e di crescita armonica. Educare gli adolescenti all’amore vuol dire, infatti, aiutarli ad avere un rapporto equilibrato col proprio corpo e con la propria sessualità, che li condurrà ad un’idea di un amore umano, capace di contenere in sé, in maniera completamente integrata, la sessualità e la diversità di genere.: L’identità, l’intimità, il pudore, la fragilità delle relazioni  e poi ancora il tempo,

l’autostima, l’amore, la difesa dell’amicizia, la gelosia, la fiducia  e la ricerca di  interessi comuni, costituiscono i campi di azione e di interventi educativi da espletare nell’esercizio della professione di docente, educatore, adulto.

Per educare l’affettività e la sessualità ci vogliono  docenti e genitori che sappiano dedicare a questo lavoro le loro migliori energie, trasmettendo ai ragazzi l’idea che il sesso non è un giocattolo. Buona parte della felicità di una persona dipende da come viene vissuta la sessualità nel rapporto con sé stessi e con gli altri.

Il secondo intervento è stato svolto dal prof. Fredy Petralia, docente di informatica presso l’Istituto San Francesco di Sales di Catania, il quale con passione ha trasmesso ai docenti la ricca esperienza di guida nel saper  insegnare come utilizzare il telefonino, e i social media, presentando gli abusi , i rischi e le conseguenze di un uso scorretto e improprio di tali strumenti nella costruzione di relazioni e di comunicazione tra i compagni e gli amici. La diffusa pornografia sui social trasmette l’idea di una sessualità povera, aggressiva, spesso violenta, e provoca traumi che segnano fortemente la propria esistenza. I ripetuti episodi di stupro che riempiono le pagine di cronaca,  hanno come genesi la mancanza di educazione in famiglia e la carente azione formativa della scuola.

Rispondendo agli interventi i relatori hanno ulteriormente sviluppato le molteplici emergenze educative che rendono la società fluida, priva di regole e di controlli nella costruzione delle tre fasi della vita che declinano nell’infanzia “io sono amato”; nell’adolescenza “ imparare a conoscere e ad amare se stessi” e nella giovinezza e nella  maturità  insegna a “saper amare gli altri”.

Giuseppe Adernò

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Cultura

In Campania il Secondo Raduno Nazionale

Published

on

Caiazzo, una cittadina in provincia di Caserta ospiterà dal 5 al 7 marzo il Secondo Raduno Nazionale dei Consigli Comunali dei Ragazzi. 50 ragazzi sindaci, di cui 14 della Sicilia, con la fascia tricolore,   il primo scambio di esperienze e di socializzazione dei progetti. Nell’occasione avverrà la consegna al Comune di Caiazzo del Trofeo del CCR,  presentato dal comune di Morrovalle, in provincia di Macerata, dove ha avuto luogo lo scorso anno il primo raduno nazionale, ricordando i 35 anni dell’avvio in Italia del progetto didattico nel 1989. Il Progetto del Consiglio Comunale dei Ragazzi ha avuto origine in Francia a Schiltigheim in Alsazia, nel 1979.

La seconda giornata è dedicata allo studio delle tematiche proposte formando gruppi misti di ragazzi di diverse scuole e regioni, Nel pomeriggio è prevista la visita alla città di Caiazzo, con la collaborazione dei volontari della Pro Loco e così i ragazzi avranno l’opportunità di conoscere nuove realtà con tradizioni e culture diverse.

La cerimonia ufficiale del Raduno, che ha ricevuto il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, si svolgerà a Caserta presso il complesso monumentale di San Leucio e saranno i ragazzi stessi che presenteranno le loro idee e proposte di rinnovamento sociale e ambientale alle Autorità civili, scolastiche e religiose.

La presentazione del messaggio finale ed il rinnovo corale della formula di giuramento segnerà l’avvio verso un nuovo cammino, nella prospettiva del terzo Raduno che, dopo le Marche e la Campania, nel 2006  sarà celebrato in Lombardia.

La visita alle seterie del Belvedere di San Leucio farà percorrere ai ragazzi un interessante percorso di archeologia industriale: attraverso le sale con strumenti per la produzione e lavorazione della seta, e l’ampia sala con telai in legno perfettamente funzionanti e poi ancora gli appartamenti reali della Reggia di Caserta.

Positiva conclusione del Raduno nazionale, sarà una tappa a Roma per la celebrazione del Giubileo dei Ragazzi sindaci presso la Basilica Santa Maria Maggiore. Il viaggio in treno con la “Freccia rossa” sarà per tanti ragazzi un’originale esperienza, come pure il passaggio della Porta Santa di una delle quattro basiliche papali.

Nel viaggio di ritorno i 100 ragazzi siciliani visiteranno le Grotte di Pertosa e l’Abbazia di Padula.

Partecipano al Raduno i ragazzi delle scuole: Cavour e Brancati di Catania; Pitagora di Misterbianco; Motta S Anastasia. Madre Teresa di Calcutta di Belpasso, Giuffrida -La Mela di Adrano, Paolo Vasta di Acireale.  Giuseppe Fava di Mascalucia, Ist. Mercede di Sant’Agata Li Battiati, Campus Don Bosco di Tremestieri, Macherione di Calatabiano, Verga di Scordia, e dell’Istituto scolastico di San Filippo del Mela in provincia di Messina.

Giuseppe Adernò

Continue Reading

Cultura

A lezione di educazione civica

Published

on

Le delegazioni di 10 Consigli Comunali dei Ragazzi, guidate dai Ragazzi Sindaci delle scuole:  “Parini”, “De Roberto”, “San Giovanni Bosco” di Catania ; “Padre Pio” e “Leonardo Sciascia” di Misterbianco, “Giovanni Paolo II” di Paino Tavola, ; “Mamma Provvidenza” di Paternò, “De Amicis” di Tremestieri Etneo, ”Dusmet” di Nicolosi e “Macherione” di Calatabiano , hanno partecipato alla speciale lezione di Educazione Civica dettata dall’Arcivescovo Mons, Luigi Renna.

I cinquanta ragazzi, accolti nel Salone dei Vescovi, hanno presentato le attività e le iniziative promosse nelle singole realtà scolastiche e l’Arcivescovo ha dialogato con magistrale attenzione pedagogica trattando i temi della politica, come “ricerca del bene comune”; dell’ecologia, custodia del creato e  della raccolta differenziata come segno di cooperazione alla “costruzione della Casa comune” .

Il progettare una scuola bella, pulita, ordinata e rispondere alle esigenze degli studenti è il compito del “Consiglio Comunale dei Ragazzi”, che non è un gioco, ma un apprendimento diretto e concreto di cittadinanza attiva e responsabile.

L’esperienza del voto, vissuta a scuola, per l’elezione del Sindaco dei Ragazzi e del Consiglio Comunale della scuola -piccola città, costituisce una palestra attiva di democrazia partecipativa, facendo acquisire il diritto e il dovere di votare, anche per evitare il diffondersi dell’astensionismo.

L’Arcivescovo, che ha offerto dei dolci ha ragazzi, e speciale Sant’Agata di Avvenire, ha accompagnato i ragazzi nel salone Sant’Agata, spiegando le scritte della Sacra Alleanza dei Popoli e facendo una lezione di storia sulla dimensione europea e sul senso civico.

Giuseppe Adernò

 

Continue Reading

Cultura

Comunicare la disabilità, prima la persona

Published

on

a, nel corso dell’incontro di formazione per giornalisti e docenti educatori sul tema “Comunicare la disabilità- Prima la Persona”.

Promosso dall’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti che ha concesso i crediti formativi per i giornalisti.  l’incontro, coordinato da Salvo Di Salvo, segretario nazionale Ucsi e Tesoriere dell’Ordine dei Giornalisti, ha avuto una qualificata partecipazione ed il coinvolgimento degli studenti del Convitto Cutelli.

La centralità della Persona nella comunicazione e nelle relazioni è stato il filo conduttore degli interventi. Il dott. Antonino Prestipino, neuropsichiatra, volontario dell’ANFASS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità) ha percorso l’iter evolutivo del lessico che ha accompagnato e guidato la sensibilità sociale verso le persone con disabilità, da “portatore di handicap” ad “handicappato”, posi “disabile”, quindi “soggetto in situazione di handicap o con disabilità” e secondo le indicazioni della Convenzione ONU del 2009: “persona con disabilità

La graduale trasformazione di terminologia, caratterizzata dalla procedura di certificazione, prima secondo le indicazioni del documento OMS ICDH-80  e nel 2021con   la tabella ICF  (classificazione internazionale del funzionamento)  è stata illustrata dal dott. Giuseppe Maria Rapisarda , medico legale.  giornalista pubblicista e collaboratore della rivista “Catania medica”, spiegando la definizione de concetto salute: “condizione di benessere fisico e psichico dovuta a uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo” ed il passaggio dal modello medico a quello  bio-psico-sociale.

Gli aspetti pedagogici dell’integrazione scolastica e dell’inclusione sociale sono stati illustrati dal prof. Corrado Muscarà, docente di didattica e pedagogia speciale dell’Università di Catania. La specializzazione dei docenti di sostegno attraverso il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) ha apportato un radicale cambiamento nell’approccio pedagogico e didattico, nel processo di relazione e di attenzione alla persona.

Commentando alcune pagine del libro di Marco Pozza “Alla fine è sempre all’improvviso” il dott. Enzo Caruso, vice presidente della sezione UCSI e animatore dell’Associazione Talassemia dell’Ospedale Garibaldi, ha ricordato la preziosa opera di cultura sociale del Prof. Nino Leocata e nel dare centralità alla dignità persona ha analizzato l’espressione “Io non sono il mio errore… né la mia malattia”, mettendo in luce la dignità della persona che nella sua originalità e unicità non dovrà essere etichettata e di conseguenza discriminata come, purtroppo, avviene  sulla scia della “cultura dello scarto”.

L’intervento conclusivo del preside Giuseppe Adernò, “Sempre al centro e prima la Persona” ha indirizzato l’attenzione su alcune prassi, atteggiamenti e stili comunicativi nei confronti delle persone con disabilità. Gentilezza, attenzione, rispetto, valorizzazione della persona sono le caratteristiche del “giornalista inclusivo” che nell’esercizio della professione tende a trasformare in “normale” ciò e è speciale e rendere “speciale”   l’attenzione  alla normalità ; infatti, “il diverso ci fa sentire diversi e, contrariamene a quanto si pensi, è questo che non si riesce ad accettare“

L’abolizione nel linguaggio comune dei termini “handicappato” “menomato”, “down”, autistico” “non vedente”, “non udente” l’uso della parola “disabile” come sostantivo, sono espressione del cambiamento di mentalità nella direzione di una specifica attenzione alla persona, alla sua dignità di creatura, uomo, donna che trasforma in capacità le personali potenzialità, rendendole prima abilità e poi competenze, mettendole a servizio della costruzione del bene comune.

Sono state preziose le testimonianze di Milena Nicotra, dell’Associazione Talassemia dell’Ospedale Garibaldi e di due giornalisti in carrozzina: Carmelo Barcella e Maurilio Vaccaro, i quali hanno trasmesso tanta vitalità ed energia nella gioia di vivere e di contribuire al benessere sociale. Le testimonianze personali dei due campioni nei giochi paraolimpici, il loro sorriso, espressione della gioia di vivere, hanno tracciato un solco nella sensibilità personale dell’attento pubblico e degli studenti.

Continue Reading

In Tendenza