Cultura
Le due ali dell’università: la scienza e la fede
Inaugurata la Cappellania dell’Università di Catania nella Chiesa San Michele ai Minoriti, in via Etnea.
“Grazie per questo dono di Natale, assegnando all’Università la cappellania della Chiesa S Michele ai Minoriti, in via Etnea, nel cuore della Città, vicino al Rettorato” Sono queste le parole che il Magnifico Rettore dell’Università di Catania, prof, Francesco Priolo, ha rivolto all’Arcivescovo, Mons Luigi Renna, al termine della celebrazione della S. Messa in occasione degli auguri di Natale.
Nella Chiesa, gremita di docenti e studenti, il Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria, don Antonino Sapuppo, ha introdotto la liturgia indirizzando l’attenzione al tema dell’ascolto che nel corso del cammino sinodale costituisce il file rouge delle iniziative formative, in vista del discernimento e dell’azione coerente di ripresa e di recupero dei valori cristiani che nel tempo sono stati smarriti, consolidando i baluardi della cultura e della legalità.
L’Arcivescovo, prima di iniziare la celebrazione, animata per i canti dalle Suore Carmelitane, Messaggere dello Spirito Santo, ha ringraziato Mons. Antonio Verde che ha diretto la Chiesa dei Minoriti in questi anni e che ora è stata assegnata alla guida pastorale del Vicario Generale, Mons. Salvatore Genchi.
L’attenzione alla cultura della pace, sollecitata dal nuovo assetto geopolitico è stata ribadita dall’Arcivescovo nell’omelia, citando l’enciclica “Pacem in terris” di Papa Giovanni XXIII, della quale l’11 aprile si celebra il 60° anniversario, ha ribadito il richiamo al disarmo in risposta alla follia della bomba atomica “alienum est a ratione” e nel “pensare alla pace” occorre indirizzare la riflessione sul binomio “Fides et Ratio” che costituiscono le due ali della “contempl-azione”, del pensiero pensante, che guarda le Beatitudini come possibile meta da conseguire per il miglior bene dell’intera umanità. Non si può, infatti volare con una sola ala, e come diceva Don Tonino Bello, occorre essere insieme. Il brano evangelico dell’incontro di Maria con Elisabetta e l’espressione “Beata colei che ha creduto nell’adempimento della Parola del Signore” indirizza la riflessione al saper credere che la Parola del Signore ed il messaggio del Vangelo, si possano e si debbano “adempiere” nella concretezza della personale esperienza esistenziale. L’invito all’ascolto dell’altro nell’attività didattica e magistrale, l’attenzione ai bisogni della gente e del territorio, ha trovato risposta nell’indirizzo tracciato dal Rettore, promuovendo le linee guida della “terza missione dell’Università” promotrice di concreti gesti di attenzione e di accoglienza di studenti universitari rifugiati, emigrati, provenienti dall’Africa e dell’Ucraina, e aprendo un percorso formativo universitario in carcere che ha coinvolto 70 studenti.
Il Rettore ha voluto ricordare e far memoria dei professori Francesca Bonfiglio e di Salvatore Salamone recentemente scomparsi
Avendo istituito la cappellania, Mons Renna ha offerto alla comunità universitaria, uno spazio fisico dove realizzare il processo culturale, formativo e di evangelizzazione. Le iniziative come “Il Cortile dei Gentili” “I dialoghi notturni di Nicodemo”, potranno costituire momento di promozione culturale e sociale a beneficio dell’intera società catanese.
Anche la flessibilità degli orari per favorire una maggiore partecipazione caratterizza la specificità del servizio, privilegiando per l’apertura l’intervallo dalle ore 13,00 alle ore 15,00 e in serata dalle ore 19,00 alle ore 21,00.
La celebrazione della messa domenicale è fissata alle ore 20,30 a partire dall’8 gennaio.
Giuseppe Adernò
Cultura
Picasso, lo straniero, viaggio nelle memorie
“Straniero”, è la condizione di un grande artista, Picasso, che attraverso le sue opere ha saputo plasmare la propria identità. La mostra a Palazzo Reale ne magnifica il percorso umano e artistico che comincia con una luce soffusa e calda, suoni indistinti, ritratti di volti appesi al soffitto e l’immagine di un giovane spagnolo che appare spaesato al suo arrivo a Parigi a inizio secolo.
Annie Cohen-Solal, storica e saggista, curatrice della mostra, conduce il visitatore nelle memorie di un grande artista attraverso l’esposizione di novanta opere, concesse dal Musée national Picasso-Paris di cui Cécile Debray è presidente.
A 50 anni dalla morte
A cinquant’anni dalla scomparsa di Picasso, la curatrice ne racconta la vita da un punto di vista inedito, mettendo in evidenza censure e persecuzioni ma anche influenze e passioni. I molteplici elementi presenti nelle sale contribuiscono ad accrescere, nel visitatore, un senso di smarrimento, si ha la sensazione di diventare subito “stranieri”, ai margini di un’unità spazio-temporale sospesa.
Si respira un malinconico senso di distacco quando ci si immerge nelle lettere della mamma di Picasso, lette e diffuse in sala da altoparlanti, e ancora spiccano le fotografie dell’artista insieme ai suoi amici, i documenti personali di un “anarchico”, i video di una realtà storica che non appartiene alla contemporaneità.
Durante questo percorso che anche sensoriale, il visitatore avverte la sensazione di sentirsi estraneo nella contemplazione di quadri, sculture, disegni e ceramiche di “un uomo che vede la realtà diversamente da come tutti la guardano”, così scrisse di Picasso Gertrude Stein, sua amica personale.
La mostra
La mostra è di grande impatto visivo, i pannelli espositivi sono ben curati, il percorso è intuitivo e conduce il visitatore verso un graduale coinvolgimento conoscitivo ed emotivo.
Il progetto segue la traiettoria artistica e politica di Picasso che si dimostra essere in linea con la città di Milano che “cresce e si afferma come grande polo culturale grazie alla capacità di accogliere chi è straniero”, ha dichiarato a margine dell’inaugurazione il sindaco Giuseppe Sala. È questa infatti la visione di una città che vuole offrire occasioni di espressione e di dialogo tra diverse culture, garantendo una crescita progressiva per l’individuo e la società.
Arianna Scinardo
Cultura
Nuova terminologia per indicare le persone disabili
Nella nota inviata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ufficio di gabinetto del Ministero della disabilità sono indicate le nuove espressioni da utilizzare per indicare le persone disabili.
Al termine “handicappato” che metteva in evidenza il difetto e l’ostacolo, nel tempo è stato sostituito con “soggetto in situazione di handicaps” , poi ancora “soggetto diversamente abile, diversabile, disabile” , tentando di dare valenza e attenzione alla persona e alla diversità nelle manifestazioni di abilità.
Nell’art.4 del decreto legislativo 62/2024 sono indicate le diciture da usare :
“persona con disabilita” oppure in “condizione di disabilità” e poi ancora “persona con necessità di sostegno “ e, a seconda della gravità, si adoperano i termini: elevato- molto elevato – intensivo.
Viene ancora una volta messo in evidenza il concetto e l’espressione “persona” che, come recita, la Costituzione, è soggetto attivo della Comunità, portatore di dignità umana, di diritti e di doveri.
La centralità dello studente, valore guida della comunità scolastica, dovrà trovare adeguato spazio e rinforzo nella società e nella comunità cittadina.
A scuola il buon preside Capodanno, che ha dedicato tutta la sua vita professionale alla “scuola per tutti” e all’integrazione dei disabili ci ha consegnato un’espressione carica di umanità e di attenzione pedagogica. Gli alunni che allora venivano definiti “handicappati” li indicava, senza etichette, e con saggezza e amorevolezza educativa: “alunni bisognosi di particolari attenzione”.
La società di oggi è chiamata ad essere protagonista di un cambio di passo epocale, perché oltre ad una terminologia rispettosa dei diritti e della dignità delle persone con disabilità, occorre superare e contrastare le manifestazioni che oscillano tra pietismo ed eroismo, e guardare alle abilità delle persone, non a quella che, al massimo, possiamo considerare una loro caratteristica.
Giuseppe Adernò
Cultura
Nuovi ragazzi sindaci a Adrano
Nuovi ragazzi sindaci a Adrano
auditorium dell’Istituto “Giuffrida – La Mela” ha avuto luogo l’insediamento del Consiglio Comunale dei Ragazzi del nuovo istituto comprensivo , composto da 10 ragazzi della scuola primaria e 10 della scuola secondaria di primo grado.
Nel corso della cerimonia introdotta dal Canto degli Italiani e dall’ingresso solenne della bandiera tricolore e del Costituzione, il sindaco uscente, Alfio Russo, ha relazionato sull’attività svolta nel corso del suo mandato, evidenziando che questa esperienza lo ho atto crescere nella cultura della partecipazione e della democrazia,
Ha deposto la fascia tricolore che è stata indossata dal nuovo sindaco eletto, Rebecca Romano, dopo aver recitato la formula del giuramento.
L’atto del giuramento è stato firmato dall’assessore all’istruzione Salvatore Italia, dalla preside Tiziana Baratta e dalla mamma,Vincenza Zuccarà, già vice sindaco del Comune.
Hanno quindi giurato il vice sindaco della scuola primaria, Carlotta Schilirò , il presidente del consiglio, Sofia Petralia, gli assessori: Pietro Bulla, Damiano Petronio, Marta Leanza, Lorenzo Di Stefano , Erika Bua , Giulia La Mela, Carla La Malfa, Marta Mannino, Giuseppe Spitaleri.,
Sono stati eletti consiglieri: Luigi Basone, Bianca Ciletta, Raffaele Floresta, Alice Zermo, Matilde dell’Aquila, Karola La Mela, Pietro Leocata, Alberto Alongi, Emanuele Petronio, Carla Foti, Giulia Motta, Ludovica Perdicaro, Giosuè Signore, Francesco Caruso, Ginevra Portale, Carlotta Diolosà, Clarissa Diolosà, Martina Brio, Agatino Cottone.
Analoga cerimonia si è svolta presso l’Istituto Paritario “Santa Lucia” e alla presenza dell’Assessore Salvatore Italia, di Padre Giuseppe Calambrogio, fondatore dell’Istituto, della dirigente Maria Brancato, il neosindaco, Nicholas Giuseppe Cerami ha recitato la formula del giuramento alla presenza dei compagni di scuola media e dei genitori. Dopo aver indossato la fascia tricolore ha presentato il programma di lavoro insieme agli assessori Rosy Ingrassia e Riccardo Coco. Sono stati eletti consiglieri: Salvatore Di Francesco, Emanuele Scalisi e Giuseppe Ludovico Santangelo.
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