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Cultura

Ma il Merito non era di sinistra?

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Certe parole come il merito, la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto, i valori non hanno colore politico, ma sono patrimonio di tutti e se tendono al miglior bene della società vanno rispettate e condivise da tutti.

Leggiamo su Repubblica un intervento del giuslavorista del PCI, Pietro Ichino che in un articolo intitolato Perché la sinistra deve credere nel merito. cita il Segretario Cgil Landini, il quale afferma che “rischia di essere uno schiaffo in faccia per chi può avere tanti meriti, ma parte da una situazione di diseguaglianza“, e conclude affermando che: “puntare sul merito sia l’unico modo per garantire una scuola efficace anche per chi viene da famiglie non abbienti”.

La scuola, infatti, non potrà mai essere fattore di uguaglianza sociale se non impara a valutare e premiare il merito molto più di quanto non lo faccia oggi ed anche l’intera amministrazione pubblica ha bisogno di questa rivalutazione del merito al proprio interno

Anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva ha ribadito che “tutta la nostra Buona Scuola”, la Legge 107 del 2015, si basava sul merito e sugli incentivi alla formazione. Il contrario di merito non è uguaglianza. Il contrario di merito è rendita di posizione”.

Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha proposto di aggiungere il termine “Merito” al Ministero che coordina la scuola italiana, alla vigilia delle elezioni del 25 settembre, ha scritto insieme al ricercatore e politologo Alessandro Amadori un libro dal titolo: “È l’Italia che vogliamo“, presentato in copertina come “Il manifesto della Lega per governare il Paese”

Nel capitolo dedicato ai “Progetti concreti per un Paese che rinasce” sono tracciati due paragrafi dedicati all’Università, ricerca e innovazione’ e al tema: ‘Scuola e formazione’.

In essi si legge la chiara progettualità di “ridare autorevolezza ai docenti” attraverso “una vera e riconosciuta carriera”, con funzioni differenziate e adeguatamente retribuite

E’ certamente da tutti condivisibile l’espressione “se si richiede qualità, si deve anche pagarla” e tutto ciò comporta la definizione di nuovi criteri di valutazione dei meriti e degli incentivi corrispondenti.

Questa progettualità del Ministro dovrebbe tranquillizzare le anime inquiete di chi ha gridato allo scandalo e non ha detto nulla quando dal linguaggio scolastico è stata cancellata la parola “educazione” che indentificava le singole discipline scolastiche.

VERSO IL MERITO

Nel termine “merito” si legge: impegno, studio, volontà di riuscire, valorizzazione della persona, sviluppo di carriera.

Puntare sulla qualità e valorizzare il merito porterà certamente notevoli benefici alla scuola, nella quale occorre ancor meglio “ripristinare la cultura della regola e dare importanza all’insegnamento” che diventa efficace se produce apprendimento e aiuta gli studenti a crescere nello sviluppo delle competenze.

Occorre passare, scrive il Ministro, “dalla logica del ‘diplomificio’ a un modello di formazione scolastica che privilegi lo sviluppo individualizzato dei talenti e delle corrispondenti competenze” e che “non lasci indietro nessuno

Non ci si può accontentare degli obiettivi minimi, della semplice “sufficienza”, spesso causa di quella diffusa “dispersione implicita”, che connota gli studenti con un titolo, solo pezzo di carta, non supportato da solide basi culturali e di competenze per una prospettiva di lavoro.

IL MERITO NON È BUONISMO

Una scuola buonista che promuove a qualunque costo più per far felici e contenti i genitori che gli alunni è una cosa deprimente, perché l’alunno crescerà e maturerà nella sua mente l’idea che è inutile che studio, tanto alla fine vengo sempre promosso.

Ciò denota anche mancanza di rispetto nei riguardi di quegli alunni che, per un intero anno scolastico, hanno lavorato con costanza e profuso un grande impegno.

Superare l’individualismo e la competizione: è un obiettivo educativo ambizioso, e guarda verso la meta della “scuola democratica” disegnata dai pedagogisti illuminati come John Dewey, Maria Montessori, Mario Lodi e proprio il suo

monito: “La scuola promuove. punto” ritorna come costante appello per innovare lo stile didattico capace di andare oltre la semplice trasmissione di contenuti o l’ansia dello svolgimento del programma, e, ponendo lo studente al centro del servizio scolastico, il docente si prende cura della sua crescita, della formazione integrale e dello sviluppo delle personali potenzialità, che diventano capacità, abilità ed infine vengono certificate nel “portfolio delle competenze”.

La cultura del merito investe anche la promozione della professionalità del docente il quale, attraverso una diligente formazione, trova le strategie adeguate per  mettere in atto la regola pedagogica del “Saper guardare tutti e saper osservare ciascuno”, ponendo agli studenti non solo l’obiettivo del successo scolastico, ma ancor più, mediante la valorizzazione dei talenti, il traguardo del successo formativo.

Giuseppe Adernò

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Cultura

Concorso Nicholas Green 2024

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 CONCORSO “NICHOLAS GREEN” 2024

Premiazione all’Istituto Cannizzaro nel trentesimo anniversario

   el gesto ha commosso l’Italia e ha determinato un vero effetto Nicholas che ha segnato un forte sviluppo alla diffusione della cultura della donazione degli organi In Italia e negli anni successivi all’uccisione di Nicholas i tassi di donazione di organi in Italia sono triplicati, come in nessun altro Paese al mondo. La Regione siciliana con la Legge 15/95, ha promosso , infatti, un concorso, assegnando dei premi in denaro alle  scuole delle  nove provincie dell’Isola, al fine di diffondere tra i giovani puntuali informazioni sulla donazione La cultura della donazione passa anche attraverso l’annuale concorso che coinvolge gli studenti a riflettere e maturare una particolare sensibilità alla cultura del dono . Tra gli studenti che hanno partecipato al concorso, si registra un reale mutamento nel modo di pensare e di sentire il problema della donazione degli organi e ciascuno diventa “alfiere” di un così nobile valore sociale e culturale, annotando il “Si” o il “Non so” nella carta di identità, così da poter essere dei potenziali donatori.

La commissione provinciale, composta dall’Avv. Salvatrice Feccia, Presidente regionale AIDO;

Angela Maria Giuliano, dell’Ufficio scolastico provinciale; Giorgio Gall,   docente presso l‘Istituto Cannizzaro di Catania;   Maria Rosaria Alessi, docente di Arte e Immagine presso I.C. “Pizzigoni-Carducci” di Catania; Sebastiano Benedetto Leone , Docente di Scienze e Tecnologie informatiche presso I.I.S. “Fermi-Guttuso” di Giarre, ha esaminato le numerose produzioni letterarie e artistiche inviate dalle scuole di ogni ordine grado ed ha assegnato i seguenti premi:

 Per la Scuola Primaria sono stati premiati: Amalia Garofalo, I.C. “Basso” Scordia,  book rilegato “Nicholas, una vita eterna; due alunni dell’Istituto “Carlo Albero Dalla Chiesa” San Giovanni La Punta autori del plastico : Mani che offrono la vita” Alessandro Calì e   Tommaso Vinciguerra; la classe VA dell’Istituto “G. Fava” di Mascalucia: manufatto pittorico; “Un dono importante”.

Per la Secondaria di I grado: Giorgia Signorelli dell’ I.C. “Carlo Alberto Dalla Chiesa” San Giovanni La Punta con  “Lettera a Nicholas” ; Giovanni Battiati dell’Istituto “Padre Allegra” di Valverde: plastico “Dona un organo, affinché una nuova vita possa sbocciare”; Sofia Capizzi dell’Istituto Dusmet. Doria: fumetto “Nicholas Green”

 Della scuola Secondaria di II grado sono stati premiati: Laviani Sipione del Convitto “Cutelli” per la lirica “Mai uno senza l’altro” e due studenti dell’Istituto Cannizzaro: Daniele Russo, autore di un brano musicale “Una parte di noi” e Manuel Coco per il video-intervista “Voci di solidarietà”

Alla cerimonia di premiazione, che ha avuto luogo martedì 10 ottobre,  presso l’Istituto “Cannizzaro” di Catania,  hanno partecipato:  il  provveditore Emilio Grasso;  Rosalba Laudani, docente referente del Concorso Nicholas Green, presso l’Ufficio VII -Ambito Territoriale di Catania; Giusy Mondella dirigente dell’Istituto  “Cannizzarodi Catania; la presidente regionale AIDO, avv. Salvatrice Feccia, la quale ha illustrato le motivazioni e le procedure collegate all’esercizio del “dono”, illustrando anche lo sviluppo della donazione degli organi in Sicilia;   Biagia Finocchiaro  la quale ha  descritto l’esperienza di trapiantata di cornea  ed il preside  Giuseppe Adernò, tra i primi promotori del concorso e della Giornata Regionale della Donazione, il quale ha portato il messaggio di saluto di Mister Reginald Green, papà del piccolo Nicholas, il quale con la moglie Margaret è tornato in Sicilia il 29 settembre per ricordare il trentesimo anniversario del piccolo Nicholas.

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Cultura

“Concerto con i Poveri”

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Vaticano: il 7 dicembre “Concerto con i Poveri” con Hans Zimmer 

Nato nel 2015 da un’idea di Riccardo Rossi e Gualtiero Ventura e organizzato da Nova Opera con la Direzione Artistica del Maestro monsignor Frisina, il “Concerto con i Poveri” negli anni si e’ affermato come un evento artistico unico nel suo genere, un appuntamento di solidarieta’ e vicinanza; un viaggio musicale per celebrare la bellezza e la carita’ attraverso il linguaggio universale dell’arte. L’evento e’ Patrocinato dal Dicastero per il Servizio della Caritfwa’ – Elemosineria Apostolica, dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Pontificio Istituto di Musica Sacra. Le quattro edizioni precedenti hanno visto la partecipazione di alcuni tra i massimi esponenti del panorama musicale internazionale, tra i quali i direttore d’orchestra Daniel Oren e Speranza Scappucci ed i compositori Ennio Morricone e Nicola Piovani, oltre a prestigiose collaborazioni come quella dell’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma, il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, L’Orchestra del Teatro Verdi di Salerno, l’Orchestra Italiana del Cinema e l’orchestra Roma Sinfonietta. La partecipazione del pubblico al “Concerto con i Poveri” e’ con biglietto di invito, previa la compilazione obbligatoria del modulo disponibile dal 18 novembre sul sito internet ufficiale dell’evento (www.concertoconipoveri.org). I biglietti di invito, inviati tramite e-mail, conterranno un QR code univoco che dovra’ essere mostrato in forma digitale o cartacea al controllo accessi il giorno stesso dell’evento. (AGI)

 

 

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Cultura

Generazioni a confronto, la festa dei nonni

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La festa dei nonni, il 2 ottobre, è il primo appuntamento di incontro “scuola-famiglia” che caratterizza il progetto educativo dell’Istituto “John Dewey”, scuola primaria paritaria, ad indirizzo internazionale, con avvio allo studio della lingua inglese, tedesca, spagnola e francese nel corso dei cinque anni.

Gli ampi spazi verdi dell’Istituto nella sede della Fondazione Valdisavoia la rendono anche “scuola green” nella quale “si impara facendo” secondo i principi pedagogici di John Dewey.

Hanno dato l’avvio i nonni dei bambini delle classi prima e seconda, i quali con gioia hanno visto dove i loro nipotini studiano e trascorrono la giornata scolastica “a tempo pieno”. L’incontro è stato coordinato dalla psicopedagogista Letizia Maggiore, stimolando un’interazione tra i bambini e i nonni che raccontavano particolari esperienze di giochi creativi di un tempo, diversi per maschi e femmine e del modo come si trascorreva il tempo in passato, rispetto all’oggi, elencando anche i tanti giochi di strada.  E’ stata evidenziata anche la differenza della scuola di un tempo con una sola maestra e con i banchi doppi e fissi, con pennino e calamaio, mentre oggi si usa la Lim e il tablet.

La merenda con i nonni ha fatto da cerniera con la seconda parte della giornata dedicata ai nonni delle classi terza e quarta, nella quale i bambini sono stati maggiormente protagonisti con le molteplici e variegate domande che, da “piccoli giornalisti”, hanno rivolto ai nonni, i quali hanno apportato notevoli spunti di riflessioni e significativi insegnamenti per la vita.

I messaggi educativi relativi all’importanza del gioco, al rispetto, all’ascolto, alla creatività, alla fantasia sono stati il frutto del confronto tra la generazione di ieri e quella di oggi e i nonni, custodi e testimoni di valori, hanno donato la  ricchezza dei loro saggi insegnamenti. Non sono mancate le raccomandazioni sul rispetto delle regole, dei tempi da dedicare allo studio e al gioco, sull’uso corretto delle tecnologie informatiche, sui videogiochi e sul “non avere fretta di crescere”, godendo con armonia il tempo della fanciullezza e dell’adolescenza.

Giuseppe Adernò

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