Connect with us

Cinema

Cinema City Palermo, il cinema en plein air

Published

on

Cinema City, torna il Cinema all’aperto a Palermo: omaggio a Letizia Battaglia con la proiezione di ”Amore amaro” e al C.S.C. con Pupus di Miriam Cossu

E’ entrata  nel vivo l’edizione 2022 di “Cinema City“, la rassegna cinematografica gratuita all’aperto nella terrazza sul mare al Foro Italico che per una settimana, dal 18 al 24 luglio, regala film inediti e grandi cult con ospiti d’eccezione.

La manifestazione è organizzata da Wilder, con il patrocinio di Fondazione Federico II, Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, SIAE, Comune di Palermo, Unipa, Artisti 7607, e il sostegno di ARS, Città Metropolitana, Assessorato Regionale Turismo, Sport e Spettacolo, Assessorato dei beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

Ieri sera, Martedì 19 luglio per la ricorrenza del trentennale della strage di Via D’Amelio, è stato proiettato un documentario omaggio a Letizia Battaglia, da poco scomparsa, una pioniera della moderna fotografia, la donna universalmente riconosciuta non solo come fotografa di mafia ma come una delle figure più importanti dello scenario contemporaneo, per le sue fotografie saldamente presenti nell’immaginario collettivo e per il valore civile ed etico di tutta la sua produzione. “Cinema City” ha voluto  celebrare la grande fotografa dedicandole un’intera serata in collaborazione con Sky Arte e con CSC sede Sicilia, con la proiezione del documentario di Francesco RaganatoAmore Amaro“, che purtroppo per un incidente no ha potuto essere presente ma ha amndato un videomessaggio; erano presenti Matteo e Marta Sollima, nipoti della fotografa e custodi dell’archivio fotografico.

Per il CSC non ha potuto introdurre il film documentario Pupus di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, ex allieva  del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, la Direttrice artistica Costanza Quatriglio, che ha affidato a Carmelo Galati la letterura di questo messaggio:

Costanza Quatriglio (regista)

” Mi commuove profondamente il ricordo delle parole di Antonino Caponnetto, appresa la notizia dell’uccisione di Paolo Borsellino quel 19 luglio 1992: «È finito tutto». La voce rotta, il magistrato stava entrando in auto, prese quasi per mano il giornalista senza riuscire ad aggiungere altro.

«È finito tutto».

Avevo meno di vent’anni e, come per tanti della mia generazione, lo spaesamento, la paura del futuro e la rabbia cominciarono ad abitare la percezione di questa città in modo pressoché definitivo.

Ogni palermitano, ogni palermitana che può averne memoria si ricorda cosa faceva nei giorni delle stragi. Il 23 maggio era sabato, lavoravo facendo attività ricreative con i bambini dell’Albergheria, a Piazza Santi Quaranta Martiri, dove oggi c’è il centro Astalli; seppi della morte di Falcone dalle urla di giubilo di ragazzini che giravano sui motorini imitando gli adulti; e il pomeriggio della strage di via d’Amelio ero da un’amica che abitava proprio lì accanto. Avevo le stampelle per una lesione a un legamento, si precipitarono tutti fuori e io arrancavo nell’impossibilità di tenere il passo.

A tenere il passo dell’indignazione, però, tante e tanti di una Palermo che doveva reagire; una reazione seria, condivisa, collettiva, che ha attraversato le generazioni e le classi sociali. Forse, a pensarci, i più inerti siamo stati noi, i ragazzi e le ragazze che non erano né adulti né più bambini, trovandosi in quella via di mezzo che fa fatica a stare dentro il mondo.

E arriviamo ad oggi. Quelle ferite sono incancellabili e ci si convive, anche se non ci si pensa più. Ma proprio perché esistono, bisogna farci i conti, e stasera è una di quelle occasioni che consentono di fare il punto, ognuno dalla propria angolazione.

Il corso di cinema documentario del Centro Sperimentale di Cinematografia che ha sede a Palermo deve necessariamente fare i conti con l’immaginario; l’immaginario che preesiste a ogni film che facciamo, l’immaginario che mettiamo in campo quando filmiamo. La macchina da presa fotografa chi siamo, qual è la nostra visione del modo, come ci poniamo nei confronti dell’altro da noi.

Il documentario è incontro, relazione, non c’è spazio per la violenza in una forma d’arte che ha radice nell’ascolto e nell’attenzione.

Proporre altri immaginari e altri linguaggi è un antidoto alla cultura della forza e del più forte. Perché sappiamo che quando si è più forti di qualcun altro, c’è sempre qualcuno che è vittima. Ed è forse in quel deposito di dolore che ci accompagna da sempre, che posso ravvisare il rifiuto della logica del più forte e del più debole.

Il mediometraggio che vedremo stasera mi riconcilia con questi discorsi; è frutto di un lavoro paziente durato nel tempo, di momenti di dubbio, di crisi, di cucitura e riparazioni. Di crescita.

E sono felice che il nostro Pupus possa stare con voi stasera; è andato un po’ in giro per il mondo, Francia, Georgia, Stati Uniti, ha vinto qualche bel premo, e adesso torna a casa, nella sua città. Avrei voluto essere lì con voi accanto a Miriam ma purtroppo il destino ci ha messo lo zampino.

E allora vi lascio ai sogni di Carmelo, che sono i sogni del piccolo protagonista del film, ma anche di Carmelo grande, che sta facendo una cosa bellissima per Palermo, e io per questo lo ringrazio.

Un caro saluto a tutti e a tutte”.

Costanza Quatriglio

Il film Pupus  continua a ottenere importanti riconoscimenti  da tutto il mondo.

Cinema

“La Notte” di Michelangelo Antonioni

Published

on

 “La Notte” di Michelangelo Antonioni a Venezia 81

Nell’ambito della 81esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale presenterà in anteprima mondiale nella sezione Venezia Classici la versione restaurata de La notte (1961) di Michelangelo Antonioni con Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau e Monica Vitti. La proiezione ufficiale sarà il 30 agosto, alle 14.15 nella sala Corinto, per pubblico e accreditati.

“L’avventura, è uno dei film della mia vita. All’epoca ne rimasi folgorato – ha scritto per il dossier del Centro Sperimentale Gianni Amelio – Se il motore de L’avventura è anche narrativo, in La notte è tutto chiuso nella tensione del non-racconto, nell’espressività assoluta dell’immagine nuda. Le parole, come nell’ultima sequenza, si rovesciano su loro stesse”.

“Lidia e Valentina, le protagoniste del magnifico La notte, si stagliano tra architetture urbane e paesaggi reali a dimostrare già visivamente la loro potente presenza”, scrive nel dossier Angela Prudenzi. “Tra due donne lontane e un uomo assente il film indaga i sentimenti di una coppia al capolinea e svela la tentazione di un tradimento che, all’alba, in uno squarcio di lucidità, confermerà la verità di quel matrimonio finito”, secondo Laura Delli Colli.

Antonioni è stato il regista che più di altri, nella cultura italiana del dopoguerra, è diventato la stella polare del cinema d’autore internazionale: non a caso da Wenders a Wong Kar Wai, spesso i registi capaci di inventare e possedere uno stile, lo hanno considerato un punto di riferimento cruciale. La sua passione per la forma delle immagini, il suo occhio pieno di stupore, curiosità e attenzione nei confronti delle donne, la sua capacità di ritagliare angoli del nostro mondo contemporaneo e mostrarcelo sul grande schermo come se fosse un pianeta enigmatico, inesauribile, minaccioso e affascinante, hanno dato vita ad una avventura unica fatta di film come esperienze mentali e sensoriali.

Il restauro, curato da Sergio Bruno, lungo e impegnativo, consente di riscoprire il cinema di un maestro ma anche l’arte del direttore della fotografia, Gianni Di Venanzo, tra i più importanti del cinema italiano contemporaneo, che in La notte dota le inquadrature di un bianco e nero grafico e spettrale, di carbone e metallo, come nella celebre “alba livida” del finale, dove al cielo abbacinante si oppone la luminescenza irreale dei prati.

Il Centro Sperimentale ha realizzato per il restauro del film un dossier con le testimonianze, tra le altre, di Enrica Fico Antonioni, Andrea Guerra, Beppe Lanci, Maria Pia Luzi, e un’ ampia provvista di materiali critici e di documentazione con la collaborazione di  Gianni Amelio, Franco Bernini, Sergio Bruno, Laura Delli Colli, Luca Pallanch, Fabio Melelli, Angela Prudenzi, Silvia Tarquini.

 

Continue Reading

Cinema

Cinema, a Sciacca la Rassegna su Germi

Published

on

Con la proiezione nell’Arena Giardino della Multisala Badia Grande de “Il cammino della speranza” film girato a Favara nel 1950 e che tratta il tema drammatico dell’emigrazione, si è conclusa ieri sera la rassegna organizzata da Sino Caracappa e patrocinata dal comune di Sciacca dedicata alla figura di Pietro Germi, nel cinquantesimo anniversario dalla sua morte. La serata è stata introdotta dalla interessante presentazione del libro dal titolo “Pietro Germi il Siciliano”, del 2014, scritto dal catanese Sebastiano Gesù, critico cinematografico e storico del cinema italiano morto nel 2018. Un libro che oltre alla presentazione del regista Pasquale Scimeca contiene anche una prefazione firmata da Sino Caracappa. A parlarne sono stati Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo, e il cineasta Carmelo Franco, di professione avvocato. Ad intervistare i due ospiti è stato Raimondo Moncada. La serata ha poi visto anche la proiezione dei fuori scena di Sedotta e abbandonata di Vincenzo Raso. Alla Rassegna Pietro Germi ci sarà un’appendice programmata per il 28 settembre, con un convegno dal titolo “Il cinema di Pietro Germi e la Sicilia”, su cui abbiamo chiesto un’anticipazione a Sino Cacarappa.

 

Continue Reading

Cinema

Luce Cinecittà a Locarno 77 con due titoli

Published

on

Luce Cinecittà è alla 77ma edizione del Locarno Film Festival (7-17 agosto) con due titoli di giovani registe italiane. Nel Concorso Internazionale Sulla terra leggeri, esordio al lungometraggio di Sara Fgaier, già autrice del corto Gli anni , presentato al Festival di Venezia 2018 (Orizzonti) e vincitore sia dell’EFA come miglior cortometraggio europeo che il Nastro d’argento. Come montatrice e produttrice Sara Fgaier ha realizzato diversi film, tra cui La bocca del lupo (2009) e Bella e Perduta (2015) di Pietro Marcello.

Cosa accade se non ricordiamo più l’amore della nostra vita? È la domanda al centro del racconto della regista spezzina. Il protagonista, Gian, lotta contro l’oscurità di un’improvvisa amnesia. Miriam, la figlia che non riconosce, gli consegna un diario, scritto a vent’anni, che ruota tutto intorno a Leila, la ragazza con cui ha scoperto l’amore nell’arco di una notte. Solo cercandola potrà ritrovare se stesso. Nel cast Andrea RenziSara SerraioccoEmilio ScarpaLise LomiMaria Fernanda CândidoStefano Rossi GiordaniAmira Chebli ed Elyas Turki.  

Sulla terra leggeri è prodotto da Limen, Avventurosa e Dugong films con Rai Cinema. La Vendita Internazionale è curata da Rai Cinema International Distribution, mentre la Distribuzione Italiana è di Luce Cinecittà. Il progetto è stato sviluppato dal TorinoFilmLab e finanziato con il TFL Production Award per € 40.000.

Sulla terra leggeri

In Concorso nella sezione Cineasti del Presente Real, il nuovo lungometraggio di Adele Tulli che torna alla regia dopo la rivelazione della sua opera prima Normal, anche questa coprodotta e distribuita da Luce Cinecittà, presentata in anteprima alla Berlinale e vincitrice della Menzione opera prima ai Nastri d’Argento.

Un nuovo viaggio poetico e inatteso dentro un mondo in cui siamo quotidianamente immersi, divenuto talmente abituale da non farci rendere conto quanto sia sconosciuto ed estraniante: il mondo digitale. Una realtà che ha rivoluzionato le vite di noi tutti, e che il documentario indaga con le stesse lenti tecnologiche, creative e relazionali con cui è strutturata. Una mappa documentata e senza preconcetti che ci mostra con sguardo inedito e curioso un territorio ineffabile, alieno e insieme familiare.

Real è un viaggio filmico, visionario e coinvolgente, dentro al mondo disincarnato della rete, un multiverso digitale parallelo dove ogni cosa esistente è trasformata dalla fisica dell’ossigeno e del carbonio alla logica dei bit. Un documentario creativo che esplora la trasformazione dell’esperienza umana nell’era digitale, facendo luce sui molti aspetti, a tratti perturbanti, del vivere digitalizzato e iperconnesso: i protagonisti – umani, robotici, virtuali – sono alle prese con relazioni virtuali, lavori digitali, cybersessualità, case e città del futuro, automatizzate e sorvegliate. Raccontano di cultura dell’autorappresentazione, di nuove dipendenze e patologie, di alienazione e isolamento ma anche di identità libere dai confini fisici del corpo.

Real ha uno sguardo inedito e sperimentale, utilizzando poeticamente le stesse lenti di accesso ai nuovi territori digitali: visori, webcam, smartphone, camere di sorveglianza, sguardi meccanici e virtuali che raccontano di un nuovo modo di fare esperienza del reale. Senza risposte o giudizi, ma con la curiosità e la freschezza di un occhio atterrato su un nuovo pianeta, R E A L ci porta su una soglia, al di là e al di qua di un confine incerto. Con un approccio algoritmico e visivamente inedito, un documentario che è un viaggio immersivo nella nostra fantascientifica realtà di tutti i giorni: come ci si sente a essere umani nell’era digitale.

Prodotto da Pepito Produzioni e FilmAffair con Rai Cinema e Luce Cinecittà, in collaborazione con Les Films d’Ici il film sarà distribuito nei cinema da Luce Cinecittà. La distribuzione internazionale è curata da Intramovies. Scritto e diretto da Adele Tulli, Real vede la fotografia di Clarissa Cappellani e Francesca Zonars, il montaggio di Ilaria Fraioli, Adele Tulli, le musiche originali di Andrea Koch, la produzione creativa di Laura Romano. È prodotto da Agostino Saccà per Pepito Produzioni, Valeria Adilardi, Luca Ricciardi, Laura Romano, Mauro Vicentini per FilmAffair in collaborazione con Charlotte Uzu di Les Films d’Ici.

Continue Reading

In Tendenza