Pubblichiamo la lettera dell’Ing Antonio Capodieci rivolta al presidente del Consiglio Matteo Renzi. La lettera aperta è già apparsa sul sito specializzato orizzontescuola.it
“Caro Matteo, auguro a te, ai membri del tuo governo e a tutti i parlamentari che lo sostengono ed alle rispettive famiglie di passare quello che io la mia famiglia e le famiglie di decine di migliaia di professori italiani stanno passando in questi mesi a causa della cosiddetta buona scuola.
Stai letteralmente deportando da una parte all’altra dell’Italia decine di migliaia di persone. Per la grande maggioranza madri di famigli, tra i 40 e i 55 anni, con 20 anni di anzianità, con figli piccoli, che in passato non erano emigrate, non per pigrizia ma per condizioni familiari che rendevano impossibile l’emigrazione.
Tu, invece, li hai messi di fronte ad un out-out o in ruolo oggi o mai più. Stavano meglio quando erano precari. Troviamo madri di figli di 3 anni sbattute a Udine, senza che lo abbiamo chiesto, o mogli di mariti disoccupati, con mutuo e figli piccoli mandati in Lombardia.
Mi chiedo se tu e i tuoi sostenitori, dalle vostre poltrone dorate vi rendete conto delle conseguenze delle vostre sciagurate scelte. Come faranno queste madri, queste famiglie a, letteralmente, sopravvivere, a partire dal primo settembre?
Come potranno organizzarsi? Si sposta tutta la famiglia o solo loro?
I figli portali con loro? E chi li cura quando loro saranno a scuola? Come pagare il mutuo? E le bollette di due case, come si fa? Lo capite che con 1300€ al mese, è impossibile sopravvivere in queste condizioni.
E le lacrime dei nostri figli che piangono e piangeranno per la partenza della loro mamma come li ripareremo? Come spiegargli tutto questo?
Sai sono queste, alcune, delle semplici, misere, questioni che noi dobbiamo risolvere in pochi giorni.
Fonte: (http://www.newspedia.it)
Cinema
I giovani e l’audiovisivo, uno studio
Lo studio Ipsos per UNIVIDEO dal titolo “I giovani e l’audiovisivo. Una relazione inedita ed eclettica” mette in luce alcune importanti novità rispetto allo sviluppo del mercato audiovisivo. La nuova indagine, che si presenta come uno spinoff della ricerca FAPAV/Ipsos, è un tassello importante per la conoscenza del fenomeno, in particolare tra i più giovani.
Secondo Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV “le nuove generazioni hanno compreso il valore del contenuto audiovisivo e di intrattenimento e ne fruiscono in modo molto più personale rispetto al passato, utilizzando i social e il web come strumenti di dialogo e di connessione emozionale. Certamente non manca chi opera nell’illegalità ma è molto importante favorire tra i giovani momenti di confronto per far crescere in loro la consapevolezza che dietro qualsiasi opera creativa tutelata dal Diritto d’Autore ci sono investimenti e opportunità professionali che hanno bisogno di essere supportati. I dati presentati, infatti, ci dicono che il 65% dei giovani pirati tra i 16 e i 25 anni ritengono un comportamento non troppo o per nulla grave la visione di film, serie e programmi non ufficiali. Serve, dunque, fare sistema tra Istituzioni e Industria e promuovere le competenze e il merito di un settore, quello dell’intrattenimento audiovisivo, che rappresenta un comparto molto importante per l’economia del nostro Paese”.
“In questo momento storico, con l’approvazione della nuova Legge Antipirateria lo scorso otto agosto, l’Italia si conferma un Paese all’avanguardia” ha aggiunto Bagnoli Rossi, evidenziando il ruolo sempre più importante che ricoprono anche le attività di sensibilizzazione ed educazione come best practice per incidere sui comportamenti dei consumatori. A tal proposito, durante la presentazione è stato mostrato in anteprima uno degli spot della seconda edizione della campagna “We Are Stories”, che FAPAV sta realizzando per sensibilizzare i giovani e il pubblico sul valore della legalità.
La nuova edizione racconterà le storie vere di professioniste del settore audiovisivo. Tra queste, Martina Romano, consulente cinematografica LIS, protagonista di uno degli spot diretti dal regista e sceneggiatore Nicola Conversa. Oltre al focus sui temi della legalità e della tutela dei contenuti, la campagna vuole, infatti, promuovere questioni di rilevanza sociale e culturale che possono riguardare le nuove generazione sia in qualità di spettatori sia come futuri professionisti del settore.
Giovani
Effetto S.Agata, vincere la dispersione
Il sacco bianco e il grembiule per la scuola.
Parole accorate ha rivolto ai catanesi l’Arcivescovo Mons. Luigi Renna, in occasione della festa estiva di Sant’Agata nel ricordo dell’896° anniversario del ritorno delle reliquie della Santa Martire da Costantinopoli a Catania,
Nella cattedrale gremita di devoti con il “sacco bianco”, la prima festa esterna dopo la forzata pausa per il Covid.19, l’Arcivescovo ha condiviso il ritorno alla “normalità della festa secondo la tradizione” ed ha evidenziato come la ripresa dopo la pandemia sollecita un concreto rinnovamento ed un “cuore nuovo” ed una vera solidarietà verso il bene comune.
Con saggezza pastorale, nell’elenco dei “virus” che contagiano la società odierna: l’individualismo, l’aggressività nelle relazioni, la corruzione, ha evidenziato il virus della fragilità dei ragazzi e ha detto: “Quando mi sono insediato a Catania mi è stato segnalato il triste primato di dispersione scolastica nella città etnea”.
Senza la dovuta formazione scolastica, i ragazzi restano in preda alla delinquenza minorile, alla diffusione della droga e del facile guadagno. Sono anche numerose le ragazze che si lasciano irretire dal sesso facile e diventano mamme a quindici anni senza la necessaria preparazione al compito di genitori. I recenti e tristi fatti di cronaca registrati nella provincia etnea e la morte di innocenti creature, hanno segnalato ulteriormente la grave emergenza educativa.
“I veri devoti di Sant’Agata che indossano il sacco bianco e per devozione lo fanno indossare ai figli, si impegnino a far indossare il grembiule scolastico e mandare i figli a scuola”, per ricevere una formazione di cultura e di cittadinanza attiva e responsabile, in vista di un futuro lavorativo decoroso e onesto.
L’appello dell’Arcivescovo, ripetuto anche al termine della breve processione esterna con il Busto reliquario della Santa Patrona, accompagnato dalla recita della preghiera a Sant’Agata, composta da Mons. Renna, è stato ben accolto dai numerosi fedeli partecipanti alla festa estiva di Sant’Agata.
Si auspica che tale messaggio possa tradursi in un segno di positività a settembre con l’inizio delle lezioni, facendo registrare una presenza numerosa di ragazzi a scuola, con l’impegno dei docenti che li sappiano accogliere e guidare nel non facile cammino di istruzione e formazione. Sarà questo il segno della ripresa e della resilienza, devoto omaggio a Sant’Agata che da sempre protegge la città di Catania.
La dispersione scolastica si vince, infatti, attraverso la cooperazione tra scuola e famiglia in un dialogo educativo che percorre un sentiero di convergenza nella ricerca del miglior bene dei ragazzi come figli, studenti e cittadini.
Nell’aula consiliare del Palazzo degli Elefanti, le due scritte in latino: “Armis decoratur” e “Literis armatur” costituiscono il messaggio che gli antichi Padri catenesi hanno lasciato in eredità, privilegiando e scegliendo la cultura, lo studio e la ricerca di una qualificata professione.
Giuseppe Adernò
Cultura
Anche la disabilità avrà il suo Garante
Approvato dal Consiglio dei Ministri il DDL per la tutela delle persone disabili
E’ questa una delle sei azioni previste dal “Disegno di legge delega per la tutela delle persone disabili”, considerata “una tra le riforme e azioni chiave previste dal Pnrr” approvate dal Consiglio dei Ministri il 28 ottobre 2021.
Il ddl, che ora dovrà essere approvato dal Parlamento, contiene i principi e le direttive a cui il Governo si dovrà attenere nell’emanare (entro 20 mesi) i decreti legislativi di attuazione al fine di dare concretezza alla riforma.
Le precedenti proposte si sono arenate tra i grovigli della burocrazia e gli interessi dei partiti nella definizione delle priorità. Questa riforma, sostenuta dal PNRR, porta con sé tanto ottimismo, perché prevede la revisione complessiva e aggiornata del “Nuovo sistema di riconoscimento della disabilità, in linea con la Convenzione Onu”.
La nuova legge delega prevede la revisione complessiva delle discipline in materia, intervenendo sui seguenti ambiti:
1) i criteri della condizione di disabilità, riordino e semplificazione della normativa di settore;
2) l’accertamento della condizione di disabilità e revisione delle procedure di valutazione, unificando tutte le verifiche riguardo a invalidità civile, cecità civile, sordità civile, sordo cecità, disabilità ai fini scolastici e di collocamento lavorativo e ogni altra normativa in tema di accertamento dell’invalidità;
3) la valutazione “multidimensionale” della disabilità finalizzata “all’elaborazione di progetti di vita personalizzati” e “volti a supportare l’autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta, prevenendo forme di istituzionalizzazione”;
4)l’informatizzazione dei processi di valutazione e di archiviazione;
5) la riqualificazione dei servizi pubblici in materia d’inclusione e accessibilità;
6)l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità.
Al Garante viene, infatti, affidato il compito di “accogliere le istanze e fornire adeguata assistenza alle persone con disabilità che subiscono violazioni dei propri diritti; formulare raccomandazioni e pareri alle amministrazioni interessate sulle segnalazioni raccolte, anche in relazione a specifiche situazioni e nei confronti di singoli enti; promuovere campagne di sensibilizzazione e di comunicazione per una cultura del rispetto dei diritti delle persone”.
Saranno previsti oltre la revisione delle tabelle di percentuali degli stati invalidanti, che avverrà con un decreto del Ministro della salute, in sostituzione del vigente decreto del Ministro della sanità che risale al 5 febbraio 1992; la definizione dei processi di valutazione multidisciplinare della persona, non strettamente medica, come succede oggi.
Il fine sarà di consentire l’elaborazione di progetti di vita personalizzati che garantiscano tutti i diritti fondamentali della persona e che permettano, ove possibile, l’autonomia e la vita indipendente delle persone con disabilità in età adulta, prevenendo per quanto possibile le forme di assistenza negli istituti. Il disegno di legge stanzia, inoltre, i fondi per il potenziamento dei servizi assistenziali e delle infrastrutture sociali che saranno necessari.
La cultura dell’inclusione ha necessità di criteri e norme funzionali e alla situazione odierna e le tabelle percentuali degli stati invalidanti disciplinate dal decreto ministeriale del 1992 non sono adeguati.
Come già avvenuto con la Legge n.118 del 30 marzo 1971, con la quale ha preso avvio il processo d’integrazione sociale, oggi, dopo cinquant’anni il cammino è orientato al traguardo di nuove e trasparenti certificazioni, in vista di un’efficace inclusione sociale dei disabili, cominciando da una “scuola inclusiva” che accoglie gli studenti “bisognosi di particolari attenzioni”.
Giuseppe Adernò
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