La sua vicenda aveva fatto il giro del web catturando l’attenzione di Lynn Hamilton del rifugio OC Small Paws So UT, che si era precipitata a trarla in salvo. Dopo una visita accurata, il veterinario aveva scoperto 12 tumori non curati, ma anche la vera età della cagnolina: 15 anni. Se non fosse stata recuperata da Lynn probabilmente Cookie sarebbe stata soppressa, come capita purtroppo spesso nei canili americani. Ma per l’anziana quadrupede la vita ha concesso una seconda possibilità: dopo essere stata operata si gode la degenza presso il rifugio che è divenuto la sua nuova casa. Presto verrà sottoposta a un secondo intervento, utile a rimuovere le ultime masse tumorali, ma nel giro di un mese il cane è passato dall’abbandono a una vita più amorevole. Circondata dall’affetto dello staff e dei veterinari del rifugio ora può finalmente rilassarsi e sorridere. (Fonte: Greenstyle)
Cocker
La cagnolina cookie
La famiglia di appartenenza era quindi giunta al canile, ma aveva deciso di riportare a casa solo il Labrador, sostenendo di non potersi più occupare delle spese mediche di Cookie. Troppo onerose e pesanti per il nucleo familiare. Abbandonata senza ritegno, la povera cagnolina aveva visto la sua famiglia allontanarsi per sempre, portando via con se solo l’esemplare più giovane. Grida e pianti strazianti avevano accompagnato l’uscita dei proprietari dalla struttura, un dolore che aveva colpito al cuore tutto il personale del canile.
Cocker
“Avanti, adagio, quasi indietro”
La scuola sempre “precaria”
L’aggettivo “precario” accanto alla voce scuola, fotografa la realtà della scuola italiana che, nonostante le molteplici riforme e innovazioni, si presenta per il nuovo anno scolastico ancora una volta sempre più “precaria”, prevedendo 200.000 contratti a tempo determinato che lo Stato stipulerà attraverso i Dirigenti scolastici, costretti addirittura a ricorrere a giovani laureati che si metteranno a disposizione con le MAD e saranno obbligati a convocare i precari delle GPS di altre province.
Ancora una volta si registra il divario tra Nord e Sud e molti docenti del Meridione non sono disponibili a trasferirsi al Nord con 1.200 euro di stipendio, spesso in ritardo, dovendo sopperire all’incremento dei costi della vita e degli affitti.
Anche l’elenco delle dirigenze, da assegnare agli ultimi vincitori di concorso, prevede numerosi sedi vacanti in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna.
I buoni propositi di “scuola di qualità”, di “scuola digitale 4.0” stentano a diventare concreti e realizzabili anche per la precarietà del servizio dei docenti, i quali non entrano nel vivo della progettualità didattica a servizio degli studenti.
La svolta digitale, prevista fra l’altro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è prossima a beneficiare di somme rilevanti che dovrebbero servire per digitalizzare gli istituti e rivoluzionare la didattica, acquistando strumenti tecnologici e nuovi laboratori, trasformando le classi in nuovi ambienti di apprendimento funzionali alle professioni digitali del futuro.
Dovrebbero essere presto avviati dei “Piani di formazione” sia da parte del Ministero e soprattutto da parte dalle aziende fornitrici degli strumenti digitali, ma: Chi saranno di destinatari di tale formazione? Quale sarà la ricaduta sull’efficienza didattica? Quanti docenti possiedono le competenze per allestire laboratori per le nuove professioni digitali?
A questi interrogativi la risposta è incerta e densa di dubbi e di perplessità, considerata la complessità del sistema scolastico e le ataviche carenze nelle procedure dei concorsi e delle nomine.
Nelle scuole, che a settembre riprenderanno il cammino ordinario del nuovo anno, con l’ingresso di numerosi docenti precari ci si limiterà, forse, ad un regolare funzionamento, ad un’ordinata trasmissione di contenuti, perdendo di vista la centralità dell’ottica formativa e della crescita globale dello studente, persona, soggetto di diritti e di doveri che a scuola comincia a crescere anche come “cittadino” attivo e responsabile.
La precarietà dei docenti costituisce il vuluns dell’efficienza didattica e dell’efficacia degli apprendimenti, spesso frammentati e discontinui nei metodi e nelle strategie.
A poco è servito il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, che ogni anno subisce innovazioni e modifiche nell’attuazione dei progetti, in relazione alle risorse presenti nella Comunità scolastica.
Per il nuovo anno scolastico che si avvicina, si rinnova la formula adottata da Giorgio Torelli (1976), da Roberto Sturlese (2013) e da Mario Giro (2023) come titolo dei loro libri: “Avanti, adagio, quasi indietro” quasi a descrivere la fatica di migliorare e di crescere nel processo di qualità.
Giuseppe Adernò
Cocker
La scelta del cane con chi dormire
Spesso i cani cercano il contatto fisico con i loro compagni umani e scelgono di dormire nel letto insieme a loro. Inoltre, hanno bisogno di un ambiente sicuro e protetto per rilassarsi e addormentasi. Dormire insieme al proprio compagno umano può offrire al cane tutto questo.
Molti pet mate si chiedono se i loro cani scelgono con chi dormire e perché alcuni sembrano eccessivamente legati alla loro famiglia umana. In questo articolo esamineremo i motivi per cui i cani cercano il contatto fisico, gli effetti dell’iper-attaccamento e offriremo consigli su come insegnare a Fido ad essere indipendente e, nel caso, a non dormire nel letto quando non lo si voglia.
I cani sono animali sociali e, in alcuni casi, hanno una forte pulsione alla protezione nei confronti della loro famiglia. Ciò significa che spesso cercano il contatto fisico con i loro compagni umani, seguendoli in giro per la casa o dormendo nel letto insieme a loro. Inoltre, i cani hanno bisogno di una routine di sonno stabile e di un ambiente sicuro e protetto per rilassarsi e sprofondare nel mondo dei sogni. Dormire insieme al proprio compagno umano può offrire al cane tutte queste cose.
Tuttavia, è importante notare che ci sono alcune differenze tra i cani in termini di quanto esprimono l’attaccamento e di quanto bisogno hanno di contatto fisico. Ad esempio, alcune razze, come i Cocker Spaniel e i Golden Retriever, sono conosciuti per avere una motivazione epimeletica e quella et-epimeletica particolarmente sviluppate (queste due motivazioni sono legate all’accudimento, alle cure parentali: l’una rende appagante il prendersi cura dell’altro, l’altra il fatto di essere accuditi, coccolati, protetti, eccetera), mentre altre razze, come per esempio i Pastori Maremmani e gli Husky, hanno generalmente bisogno di più spazio individuale e indipendenza.
Inoltre, l’età del cane e il suo passato possono influire sulla sua propensione al contatto fisico. Ad esempio, i cani più giovani o quelli che hanno avuto un’esperienza negativa in passato potrebbero essere più timidi e aver bisogno di più tempo per adattarsi a una nuova famiglia, soprattutto nel caso dei cuccioli, o patire di alcune problematiche che li rendono particolarmente dipendenti, fino all’ossessione. Ricordiamo comunque che qui si fanno degli esempi generici e che poi, a prescindere da razza, tipologia di cane, età e così via ogni individuo è a sé stante, proprio come ogni famiglia e stile di vita sono difficilmente confrontabili con altri in termini generici.
L’iper-attaccamento può creare problemi al cane?
Sebbene il contatto fisico e l’attaccamento possano essere importanti per il benessere del cane, l’iper-attaccamento può creare problemi per entrambe le parti. L’iper-attaccamento si verifica quando il cane dipende eccessivamente dal compagno umano in termini di sicurezza e di benessere e diventa ansioso o disturbato quando è separato da lui.
Ciò può portare a comportamenti distruttivi, come abbaiare o masticare oggetti quando è solo, o a problemi di salute, come l’ansia da separazione. In sostanza un errata gestione del distacco porta a problemi nell’autostima e nell’autoefficacia del cane, il quale si sente praticamente morire quando lasciato solo. Molti confondono questa condizione grave con il “troppo” amore che il cane riversa nella sua famiglia umana non rendendosi conto di essere di fronte invece ad uno stato patologico.
Inoltre, l’iper-attaccamento può impedire al cane di sviluppare l’indipendenza e le abilità sociali necessarie per interagire con altri animali o con persone al di fuori della propria famiglia. Ciò può limitare la capacità del cane di fare esperienze positive e di imparare nuove cose. Si innesca una sorta di volano negativo, dove la carenza di esperienze non fa che aggravare le condizioni del cane.
Come incoraggiare l’indipendenza del cane e gestire l’iper-attaccamento
Ci sono alcune cose che si possono fare per incoraggiare l’indipendenza del proprio cane e gestire l’iper-attaccamento, vediamone alcune in merito al tema di cui stiamo parlando.
- Creare un’area riservata solo per il cane: offrire al cane una zona dove può rilassarsi e dormire da solo può aiutare a incoraggiare l’indipendenza e a creare un ambiente sicuro per lui.
- Insegnare al cane a passare del tempo da solo: lasciare il cane da solo per periodi di tempo brevi e gradualmente aumentare la durata può aiutare il cane a imparare ad essere indipendente e a gestire la separazione dagli altri membri della famiglia, magari lasciando qualcosa di piacevole da fare che lo possa impegnare un poco nei momenti di noia, come per esempio dei masticativi.
- Far fare esercizio fisico regolarmente: l’esercizio fisico può aiutare a ridurre l’ansia e a stimolare il cervello del cane, incoraggiando l’indipendenza e la curiosità. Non serve per forza fare attività sportive specifiche, possono essere sufficienti lunghe passeggiate quotidiane, dove il cane possa esplorare un ambiente interessante per lui, soprattutto attraverso l’olfatto.
- Premiare il cane quando dorme nella sua zona riservata: offrire al cane un premio, come un biscotto o un masticativo, quando si sdraia nella sua zona riservata può incoraggiarlo a utilizzare quest’area, che potrebbe anche essere una cuccia vicino al nostro letto, non per forza qualcosa di troppo isolato da noi.
- La coerenza: è importante essere coerenti nel fissare regole e limiti per il cane e nel premiarlo o correggerlo quando serve. Ciò può aiutare il cane a capire cosa ci si aspetta da lui, ricordiamo che l’incoerenza è spesso un elemento che implementa esponenzialmente lo stato di ansia generalizzato.
Perché non è sbagliato dormire insieme e cosa fare però se non lo si preferisce
Non è sempre necessario scoraggiare il cane dal dormire nel letto, a meno che non sia un problema per noi o per il cane stesso. In alcuni casi, dormire insieme al proprio cane può offrire benefici per entrambe le parti, come una maggiore sicurezza e una migliore qualità del sonno. Tuttavia, se il cane disturba il sonno dell’umano o se ci sono altri problemi, allora potrebbe essere necessario insegnare al cane a dormire in un’altra zona della casa. Anche il sonno del cane potrebbe essere compromesso dallo stare sul letto con noi, ecco perché alcuni cani magari salgono sul letto fino a che non ci addormentiamo, per poi scendere e andare a dormire nella loro cuccia.
Di fatto non c’è nulla di male nello stare vicini, nello scambiarsi calore: è una cosa che cani e umani fanno da migliaia di anni. Semmai preoccupiamoci dell’igiene minima indispensabile curando lo stato di salute del nostro compagno e la pulizia del mantello che non significa però lavarlo tutti i giorni. La maggior parte delle volte è sufficiente una bella spazzolata, ma qui non andiamo oltre nei consigli perché anche in questo caso vi possono essere mille variabili da tener presente, come il tipo di mantello e le abitudini di vita nostre e del cane. Possiamo rivolgerci al nostro medico veterinario di fiducia per maggiori delucidazioni in merito.
La persona della famiglia con la quale il cane sceglie di dormire, alla quale vuole stare più vicino durante il riposo, ha in sé tutte le caratteristiche che si addicono al carattere del cane di famiglia, e spesso è anche quella che meno lo disturba durante il sonno. Inutile fare discorsi come: “il cane vuole più bene all’uno o all’altro componente della famiglia perché vuole dormigli vicino”. Come abbiamo detto ci sono svariati fattori che influenzano questa scelta, tra i quali c’è certamente anche l’elemento affettivo, ma non è certo l’unico. Per esempio un cane potrebbe non starci vicino perché durante la notte russiamo rumorosamente o ci agitiamo nel sonno causando disturbo.
In conclusione, che i cani cerchino di starci vicini è qualcosa di naturale, come il fatto che a noi piaccia prenderci cura di loro e sono un po’ gli ingredienti che hanno portato alla domesticazione a partire da oltre 30 mila anni fa. Il dormire accoccolati in certe circostanze è stato anche vitale grazie al fatto che i cani hanno una temperatura corporea più alta della nostra, 38,5° di norma, cosa alquanto piacevole quando si tratta di dormire in ambienti freddi.
Tuttavia questi elementi possono portare ad una compromissione dell’equilibrio del nostro compagno canino, quando per esempio lo starci vicini non è più fonte di piacere, ma risponde ad una condizione di ansia. L’iper-attaccamento, come scrivevamo, può creare problemi per entrambe le parti e può essere gestito incoraggiando l’indipendenza del cane e fornendo un ambiente sicuro e protetto. Suggeriamo per questo di consultare un buon educatore cinofilo che ci possa aiutare nel prevenire l’insorgere di una condizione problematica nella relazione.
I cani sono maestri nel cogliere dettagli e istanti che possono indurli ad interpretare male la situazione, soprattutto quando sono giovani e vulnerabili e non hanno vissuto un corretto periodo di distacco dalla madre, per esempio, che avviene all’incirca intorno alle 8-12 settimane di età, quando si ritiene che i cuccioli sono abbastanza grandi e sviluppati da poter affrontare il mondo esterno. È una fase molto importante e potrebbe determinare il futuro equilibrio del nostro cane, e va gestita al meglio, con la giusta gradualità e a seconda delle condizioni di vita del cane e alla maturazione individuale, che non è uguale per tutti. Per esempio ci possono essere individui appartenenti a particolari razze che hanno bisogno di più tempo di altre prima di essere separate in modo equilibrato dalla madre e dai fratelli di cucciolata. In linea di massima possiamo dire che i cani di grande mole hanno necessità di un tempo maggiore rispetto a quelli appartenenti a tipologie (o razze) molto piccole. Ma attenzione, anche qui si sta generalizzando.
Se poi si decide che non si vuole far salire il proprio compagno canino sul letto, come detto, ci sono alcune cose che si possono fare per insegnargli ad essere indipendente, come creare una routine di sonno e premiarlo quando dorme nella sua zona riservata (ovviamente non lanciandogli una pallina, magari con un rilassante masticativo). Teniamo però conto che è un errore isolare il cucciolo appena arrivato, che si trova di punto in bianco in un ambiente sconosciuto, circondato da estranei, senza più il calore della madre e dei fratelli. Isolarlo significa indurre ansia, perché per lui – dato il tipo di animale che è, sociale costretto, lo ricordiamo – essere lasciati soli equivale, senza dubbio, a morire.
Come sempre le cose vanno fatte con gradualità e comprensione. Basterà tenere la sua cuccia vicino al nostro letto nelle prime settimane, o mesi se necessario, ma teniamo presente che i cuccioli tenderanno a dormire durante il giorno, data la loro natura di animali crepuscolari, e a star svegli di notte, perciò prepariamoci a periodi di dormiveglia, soprattutto all’inizio. Non ha alcun senso rimproverare un cucciolo che non si addormenta appena spegniamo la luce in camera da letto, in genere non lo farà, e giocherà magari con la nostra mano mordicchiandola tutta la notte con quei dentini di latte aguzzi che si ritrova… Avrà bisogno di un po’ di tempo per adeguarsi al nostro ritmo di sonno-veglia, che non coincide affatto con il suo.
Fonte: https://www.kodami.it/il-cane-sceglie-con-chi-dormire/
Cocker
Il salvataggio di un Cocker incastrato in un cancello
PADOVA – Oggi, giovedì 30 giugno, intervento di… soccorso dei pompieri in un’abitazione di Noventa Padovana per salvare un cane di razza cocker, rimasto incastrato con la testa nel quadrato di un cancello. A dare l’allarme i vicini di casa, i proprietari erano momentaneamente via, che hanno sentito i guaiti di lamento dell’animale che tentava inutilmente di liberarsi.
I pompieri accorsi dalla sede centrale, hanno cosparso con del sapone liquido il collo e la testa, riuscendo a sfilare il cocker con delicatezza, rimes so subito in libertà. Il cane dopo essersi dissetato ha giocato con i componenti della squadra lasciandosi coccolare.
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